infortuni sul lavoro occorsi ai soli lavoratori interinali in Italia

Sono oltre 18.000 gli infortuni sul lavoro occorsi ai soli lavoratori interinali in Italia, nel 2007 (ultimo dato fornito dall' Inail) e del 15% è stato l' incremento a Verona nel 2010. Dati da contestualizzare, ma che parlano chiaro: «In Italia c'è ancora una scarsa cultura della sicurezza, nonostante la produzione legislativa di questi anni», ha detto il segretario di Cisl Veneto Giulio Fortuni giovedì al convegno organizzato da Felsa Cisl Verona, «e tale falla incide ancora di più sui lavoratori somministrati per i quali serve una tutela specifica che vada oltre la legge».

Le norme esistono dunque (legge 626/'94 e decreto legislativo 81/'08), ma non sempre sono applicate e «spesso non è sufficiente rispettarle se, all'atto pratico, tra i soggetti coinvolti (agenzia interinale, utilizzatore e lavoratore) non c'è coordinazione e collaborazione», ha precisato Cinzia Frascheri, Responsabile nazionale Cisl per la Salute e Sicurezza sul lavoro.

«Per una tutela più efficace occorre una figura di riferimento esterna all'azienda, che operi di concerto con i sindacati e il preposto aziendale alla sicurezza previsto dal decreto 81, ma distinto da quest'ultimo», ha aggiunto Fortuni. «Un rappresentante territoriale che possa offrire a quanti si trovino a lavorare per diversi utilizzatori, qualsiasi tipo di assistenza in tema di salute e sicurezza sul lavoro. Realtà che in Veneto esiste già da dieci anni nell'artigianato, edilizia in particolare».

PIÙ INFORTUNI. La percentuale di aumento di infortuni tra gli interinali veronesi nel 2010 sfuma, dunque, se correlata «ad un proporzionale aumento di occupazione e al fatto che le province venete restano capofila nell'implementazione di sistemi di sicurezza e nella formazione», ha detto Fortuni. «Formazione per la quale, grazie al progetto 'Viversicura' la Regione Veneto ha recentemente stanziato circa 80 mila euro per corsi specifici nei settori più a rischio (logistica, meccanica, edilizia, ecc)».

Il buon esempio non manca insomma, ma a livello nazionale restano delle criticità da superare. Come ha ricordato Frascheri: «nonostante la legge 81 parifichi lavoratori dipendenti e lavoratori atipici, vige ancora una classificazione tra mondi primari e mondi secondari di tutela. Si continua infatti ad intervenire a seconda della frequenza degli infortuni, mentre si dovrebbe pretendere una condizione adeguata del lavoro aldilà delle fonti di rischio. Se si pensa, poi, che i tumori contratti in luoghi di lavoro sono in media 8.200 l'anno la parola chiave non può che essere prevenzione».

In questo contesto le agenzie interinali sono chiamate a fare la loro parte: «quella di ripulire il mercato, pretendendo, da un lato, che le aziende utilizzatrici siano già a norma e preparate ad accogliere nuovi lavoratori, dall'altro, che questi ultimi arrivino in azienda già formati». Non a caso «il maggior numero di infortuni sul lavoro avviene negli appalti dove, più che la pericolosità delle attrezzature», secondo Frascheri, «molto fanno le persone e l'organizzazione del lavoro stesso»

Commenti