Arte e musica come anti-depressivi naturali

Combatti lo stress con Van Gogh e Vasco Rossi

Una visita a un museo o l'ascolto di un concerto - meglio se in compagnia - aiutano a tenere alto l'umore e contribuiscono ad allentare le tensioni e a contrastare l'ansia. Arte e musica come anti-depressivi naturali? Lo rivela una ricerca dell'Università norvegese di Trondheim
ROMA - E' uno stato d'animo di appagamento e di leggerezza che ci accompagna, talvolta, di ritorno da una mostra o dopo aver ascoltato un concerto, quando ci "astraiamo" ripercorrendo nella mente il "viaggio" appena concluso. Ebbene, quella sensazione di piacere e benessere - e la percezione di soddisfazione nei confronti della propria vita legate al godimento di determinate attività culturali - sono state oggetto di uno studio realizzato dall'Università di Trondheim, in Norvegia.
Più cultura, più felicità. La ricerca, pubblicata sul Journal of Epidemiology and Community Health e condotta su oltre 50mila persone, ha evidenziato che partecipare ad attività culturali o praticarle influisce positivamente sul benessere psicofisico e fa bene alla salute. Partendo dal presupposto che - sia nell'ambito di particolari politiche di salute pubblica, sia nelle terapie mediche basate sull'incentivo alla fruizione di attività culturali le persone interessate hanno registrato un maggior tasso di longevità - lo studio norvegese si è posto, così, l'obiettivo di analizzare quale relazione particolare possa connotare il piacere di arte e cultura con la salute e il senso di soddisfazione verso la vita. O, viceversa, con l'ansia e la depressione: patologie queste ultime che - insieme al fenomeno dello stress lavoro correlato - sono in costante aumento nella popolazione a livello internazionale, con prevalenza nelle metropoli e nei centri urbani più grandi, dove i ritmi di vita sono più frenetici.
"Una musica può fare". "Una musica può fare, salvarti sull'orlo del precipizio...". E' il refrain di un famoso brano del '99 del cantautore italiano Max Gazzè, che descrive con ironia il potere della musica. Dunque, un concerto di Bach o una full immersion al museo, magari in compagnia, ci salveranno dallo stress accumulato al lavoro e dall'ansia? I risultati della ricerca - pur riconoscendo la necessità di ulteriori approfondimenti per stabilire in modo esatto il nesso causa-effetto - indicano che tra coloro che partecipano ad attività culturali vi è maggiore soddisfazione nei confronti della propria vita e del proprio stato di salute e accusano più bassi livelli di ansia e depressione. Inoltre, questa relazione sembrerebbe più forte nelle attività da seguire come "pubblico" - per l' appunto, la partecipazione a una mostra d'arte - piuttosto che in quelle creative, in cui si gioca un ruolo attivo, come la danza.
Gli stili di vita influenzano il benessere psicologico.  E di stare bene con la mente si è occupato anche uno studio pubblicato su Psychological Medicine, e condotto dal Centro nazionale di Epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) dell'Istituto superiore di sanità. I risultati della ricerca hanno mostrato come il benessere psicologico non sia influenzato solo da fattori genetici, ma anche da fattori ambientali e da stili di vita. I ricercatori hanno analizzato 742 coppie di gemelli, di 23-24 anni, esaminando, in particolare, sei dimensioni del benessere psicologico relative ad autonomia, relazioni positive con gli altri, crescita personale, accettazione di sé, scopo nella vita e padronanza ambientale.
I fattori ambientali essenziali per l'autonomia personale. "I risultati di questo studio mostrano che il benessere psicologico è influenzato sia da fattori ambientali non condivisi in ambito familiare che da fattori genetici", spiegano Antonella Gigantesco e Corrado Fagnani, coautori della pubblicazione. "In particolare, i fattori ambientali giocano un ruolo preponderante per quanto riguarda l'autonomia e la crescita personale. I risultati hanno anche mostrato che i fattori ambientali che hanno un'influenza sull'autonomia non sono gli stessi che hanno un'influenza sullo scopo nella vita, la crescita personale e l'accettazione di sé". Dunque, secondo Gigantesco, "questi risultati sostengono la crescente consapevolezza che la promozione del benessere e della 'salute mentale positiva' non solo è possibile ma fortemente auspicabile, specie in specifiche popolazioni come gli adolescenti e le puerpere, e nei luoghi di lavoro". E questo, conclude la ricercatrice, "anche nella considerazione, suffragata da ampie evidenze scientifiche, che l'assenza di benessere psicologico rende gli individui più vulnerabili agli eventi stressanti e alle malattie, mentre la sua presenza aumenta le difese immunitarie e favorisce le capacità di recupero".
(Federica Dall'Aglio)
Fonte: INAIL

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