Un ispettore della Asl di Santa Maria Capua Vetere e due professionisti operanti nel campo della sicurezza del lavoro sono stati arrestati all'alba di oggi dai carabinieri di Santa Maria Capua Vetere nel casertano. I militari hanno anche eseguito due provvedimenti di divieto di dimora nella provincia casertana a carico di due dirigenti del comune di Capua., I cinque indagati sono accusati di falso ideologico e corruzione aggravata in concorso. In base all'attivita' investigativa condotta dai carabinieri sarebbe emerso che a seguito di un incidente sul lavoro di una dipendente comunale gli indagati a vario titolo si sarebbero prodigati per produrre falsi certificati relativi alla sicurezza sui luoghi di lavoro attestando corsi di formazione in quello specifico settore mai eseguiti. Uno dei professionisti coinvolti inoltre e' stato fittiziamente nominato responsabile della sicurezza e della prevenzione sui luoghi di lavoro retrodatando l'assunzione ad un periodo precedente all'infortunio in questione.

Un ispettore della Asl di Santa Maria Capua Vetere e due professionisti operanti nel campo della sicurezza del lavoro sono stati arrestati all'alba di oggi dai carabinieri di Santa Maria Capua Vetere nel casertano.

I militari hanno anche eseguito due provvedimenti di divieto di dimora nella provincia casertana a carico di due dirigenti del comune di Capua., 

I cinque indagati sono accusati di falso ideologico e corruzione aggravata in concorso. 

In base all'attivita' investigativa condotta dai carabinieri sarebbe emerso che a seguito di un incidente sul lavoro di una dipendente comunale gli indagati a vario titolo si sarebbero prodigati per produrre falsi certificati relativi alla sicurezza sui luoghi di lavoro attestando corsi di formazione in quello specifico settore mai eseguiti. 

Uno dei professionisti coinvolti inoltre e' stato fittiziamente nominato responsabile della sicurezza e della prevenzione sui luoghi di lavoro retrodatando l'assunzione ad un periodo precedente all'infortunio in questione.

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INFOTEL ha detto…
Tre provvedimenti di custodia cautelare in carcere nei confronti di un ispettore dell'ASL di Santa Maria Capua Vetere e di due professionisti operanti nel campo della sicurezza del lavoro e di due provvedimenti di divieto di dimora nella provincia casertana a carico di sue dirigenti del comune di Capua. I reati contestati per tutti sono di falso ideologico e corruzione aggravata in concorso. Da attività investigativa, condotta dalla Stazione dei carabinieri di Grazzanise, è emerso che a seguito di un incidente sul lavoro di una dipendente del citato Comune, gli indagati a vario titolo si sono prodigati per produrre falsi certificati relativi alla sicurezza sui luoghi di lavoro attestanti corsi di formazione in quello specifico settore mai effettuati. Uno dei professionisti coinvolti inoltre è stato fittiziamente anche nominato Responsabile della Sicurezza e della Prevenzione sui luoghi di lavoro per quel Comune retrodatando l'assunzione ad un periodo antecedente all'infortunio avvenuto presso quella casa comunale.
INFOTEL ha detto…
Un ispettore dell'Asl di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) e due professionisti operanti nel campo della sicurezza del lavoro, sono stati arrestati dai carabinieri del comando provinciale di Caserta che hanno poi notificato il divieto di dimora nella provincia casertana a due dirigenti del Comune di Capua.

I destinatari dei provvedimenti, emessi dal Tribunale di S.Maria Capua Vetere, accusati a vario titolo di falso ideologico e corruzione aggravata in concorso, secondo le risultanze delle indagini dei carabinieri, coordinate dalla procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, a seguito di un incidente sul lavoro di una dipendente del Comune, «si sarebbero prodigati per produrre falsi certificati relativi alla sicurezza sui luoghi di lavoro attestanti corsi di formazione nello specifico settore, mai effettuati».

Uno dei professionisti coinvolti nell'indagine avviata dai carabinieri di Grazzanise, comune confinante con Capua, è stato fittiziamente anche nominato responsabile della sicurezza e della Prevenzione sui luoghi di lavoro, retrodatando l'assunzione ad un periodo antecedente all'infortunio avvenuto all'interno della casa comunale di Capua.
INFOTEL ha detto…
Continua inesorabilmente ad appesantirsi l’epigrafe delle morti bianche nel nostro Paese. Tant’è che nei primi sei mesi dell’anno a perdere la vita nei luoghi di lavoro sono state 255 persone”. E’ quanto si apprende dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering, azienda di Mestre che diffonde periodicamente rapporti sul fenomeno.

“Nonostante i cali occupazionali – si legge in una nota -, nonostante la crisi economica, il bilancio si aggrava”. Nel mese di giugno si sono registrate 52 vittime, un dato “ben al di sopra della media mensile registrata dall’inizio dell’anno (pari a 43 decessi). Rispetto al primo semestre del 2010 poi l’incremento è pari al 17 per cento, mentre lo scorso anno a fine giugno i morti sul lavoro erano 218″.
INFOTEL ha detto…
Analizzando, invece, le morti bianche rispetto alla popolazione “occupata” l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering fa emergere un’altra mappatura del problema. In questo caso infatti a salire in cima alla classifica è la Valle D’Aosta che fa rilevare un indice di incidenza sugli occupati pari a 53,2 contro una media nazionale di 15,6; secondo l’Abruzzo con un indice di 32,4, terza la Basilicata (21), quarto il Molise (18,1) e quinto il Trentino (17,1).

Sotto la media nazionale, come sempre, i valori della maggior parte delle regioni che sono in cima alla graduatoria in termini assoluti. Ecco quindi che l’indice della Lombardia è pari a 8,6, a 11,2 quello dell’Emilia Romagna, a 11,3 quello del Piemonte, a 9,9 quello del Veneto.

Sul fronte dell’analisi dell’Osservatorio mestrino per macroaree italiane, il rapporto tra morti bianche e popolazione occupata più elevato viene registrato nelle Isole (14,6), seguito da quello del Nordest (11,3), dal Centro (11,1), dal Sud (10,5) e dal Nordovest (10,2).
INFOTEL ha detto…
Milano prosegue a tenere le fila delle province con 11 vittime del lavoro, seguita da Brescia e Torino (8), Bolzano e Bologna (7), L’Aquila, Savona, Chieti e Napoli (6) Rovigo, Messina, Cagliari e Roma (5).

Volgendo nuovamente lo sguardo alle incidenze è L’Aquila a far emergere il risultato peggiore con un indice pari a 53,9, seguita da Aosta (53,2), e da Gorizia (52,4). Quarta è Savona (51,3) e quinta è Rovigo (48,4).

L’agricoltura rimane il settore più colpito con il 38 per cento delle morti bianche registrate nei primi sei mesi dell’anno (dati disponibili nel sito www.vegaengineering.com ), seguita dal settore delle costruzioni (23,1 per cento delle vittime). Sconfortante è poi il confronto tra le morti bianche in agricoltura registrate nei primi sei mesi del 2010 (91) con quelle di quest’anno (97). E lo stesso vale per il settore delle costruzioni: erano 58 lo scorso anno a fine giugno e ora sono 59.

Mentre relativamente meno preoccupanti sono le percentuali delle vittime del lavoro registrate nel commercio all’ingrosso e al dettaglio e nelle attività artigianali (12,5 per cento), nei trasporti, magazzinaggi e comunicazioni (6,3 per cento), nei servizi (4,3 per cento), nella produzione distribuzione manutenzione di energia elettrica, acqua e gas (3,1 per cento); nello smaltimento rifiuti (2,4). E ancora l’1,2 per cento nell’industria alimentare.
INFOTEL ha detto…
La caduta dall’alto, poi, è la prima causa di morte (24,7 per cento del totale delle morti bianche). Ricordiamo che la caduta dall’alto tra gennaio e giugno 2010 aveva provocato la morte di 50 lavoratori e quest’anno le vittime sono 63. Un dato drammatico che testimonia quanto ancora vengano trascurate le misure preventive e di formazione dei lavoratori per i lavori in quota.

Seconda causa di morte è il ribaltamento di un veicolo o di un mezzo in movimento (22 per cento dei casi), terza è lo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti sulle vittime (20 per cento). Si muore poi per investimento di mezzo semovente (6,3 per cento) e per contatto con oggetti o mezzi in movimento (5,9 per cento) o per contatto con organi lavoratori in movimento (5,5 per cento). La morte seguita ad un’esplosione riguarda il 2,4 per cento delle croci bianche, l’incendio 1,2, l’1,6 muore poi per contatto elettrico diretto.
INFOTEL ha detto…
Tra le 255 persone che hanno perso la vita al lavoro nei primi sei mesi dell’anno, le donne sono 6 mentre gli stranieri sono 32 (10 solo nel mese di giugno), ovvero il 12,6 per cento del totale. Rumeni ed albanesi sono maggiormente coinvolti nel dramma.
La fascia d’età più a rischio è sempre quella che va dai 40 ai 49 anni con 59 vittime (erano 49 a fine maggio) e rappresentano il 23,3 per cento delle morti bianche. Seguono quindi i cinquantenni (58 vittime) e i trentenni (44). Gli ultrasessantenni deceduti sul lavoro sono 67.

Nell’elaborazione dei giorni della settimana in cui si perde la vita è il martedì a ‘diventare il giorno più nero’ con il 18,4 per cento degli eventi mortali, seguito da lunedì e giovedì (18 per cento). Nel fine settimana: tra venerdì, sabato e domenica continua a consumarsi quasi il 30 per cento delle tragedie.
INFOTEL ha detto…
romuovere e diffondere la cultura della sicurezza sul lavoro, a partire dalle scuole: con questo obiettivo è nata (ed è stata presentata ieri a La Spezia) l’associazione ‘Oltre le Parole’, che riunisce familiari delle vittime sul lavoro. I promotori puntano però ad una diffusione nazionale, dal momento che sono già state raggiunte adesioni in altre città italiane, da Padova a Matera, fino a Latina e Salerno. Un’associazione, hanno spiegato gli organizzatori, “creata dal basso, dai cittadini, da chi ha subito il dramma di un parente morto sul lavoro”.

Non è un caso che l’iniziativa sia partita dalla città ligure e dalla sua provincia che ha già pagato, finora, un tributo al dramma degli omicidi bianchi: se pochi giorni fa è morto a Sarzana l’operaio Federico Severino (di soli 32 anni), nel 2010 i morti sono stati addirittura nove.
INFOTEL ha detto…
Gli obiettivi di ‘Oltre le Parole’ sono stati descritti dai promotori nel corso della presentazione: “La salvaguardia e la tutela della salute e dell’integrità fisica, morale e psicologica del lavoratore; la promozione e la divulgazione della cultura della sicurezza che secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica sono necessarie per tutelare l’integrità del lavoratore; la divulgazione e la promozione dell’informazione dei principi della sicurezza sul lavoro all’interno di scuole di ogni ordine e grado e all’interno di aziende pubbliche e private; l’assistenza dei familiari e dei lavoratori che hanno subito infortuni sul lavoro”.

E’ già stata programmata una seconda iniziativa pubblica territoriale, durante la quale verrà proposto un protocollo d’intesa tra istituzioni, Inail e Asl per il supporto alle famiglie vittime di incidenti sul lavoro, da sottoporre al prefetto cittadino.
INFOTEL ha detto…
All’iniziativa è intervenuto anche il sindaco della Spezia, Massimo Federici, ponendo una serie di domande: “Perché devono succedere fatti così gravi in un paese che ha una legislazione avanzata sulla sicurezza? E’ evidente che esiste una responsabilità che investe molti, e bisogna fare in modo di dimostrarla; non si tratta di giustizialismo, ma non può funzionare un Paese nel quale non è mai colpa di nessuno. ‘Oltre le Parole’ – ha concluso Federici – dimostra l’importanza di iniziative in cui cittadini si auto organizzano assumendosi grandi responsabilità”.
INFOTEL ha detto…
Le Pro Loco piemontesi saranno le prime in tutta Italia a tornare sui banchi di scuola per imparare a prevenire i rischi del proprio lavoro. Il comitato regionale dell'Unpli ha infatti siglato con la direzione regionale dell'Inail un progetto sperimentale per individuare e prevenire le principali cause di infortunio a cui sono esposti coloro che, in qualita' di dipendenti ma soprattutto come volontari, collaborano all'organizzazione e alla gestione dei tantissimi eventi promossi dalle Pro Loco sul territorio regionale.
INFOTEL ha detto…
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali il documento della Commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro riguardante la “correlazione tra i requisiti richiesti dall’art. art.30, D.Lgs. 81/2008, con quelli delle linee guida UNI INAIL e delle BS OHSAS 18001:2007”.

Documento approvato il 20 aprile 2011 avente come oggetto il “Modello di organizzazione e gestione ex art. 30 DLgs. n. 81/08 – Chiarimenti sul sistema di controllo (comma 4 dell’articolo 30 del D.Lgs. 81/2008) ed indicazioni per l’adozione del sistema disciplinare (comma 3 dell’articolo 30 del D.Lgs. 81/2008) per le Aziende che hanno adottato un modello organizzativo e di gestione definito conformemente alle Linee Guida UNI-INAIL (edizione 2001) o alle BS OHSAS 18001:2007 con Tabella di correlazione articolo 30 D.lgs. n. 81/2008 – Linee guida UNI INAIL – BS OHSAS 18001:2007 per l’identificazione delle “parti corrispondenti” di cui al comma 5 dell’articolo 30”.

Il documento arriva a fornire primi chiarimenti riguardanti il rapporto vigente tra l’adozione di modelli di gestione e organizzazione adottabili nelle piccole e medie imprese e quanto previsto dal’articolo 30 del Testo unico sulla sicurezza sul lavoro. In particolare per quanto riguarda il previsto controllo e il relativo sistema sanzionatorio. Chiarimenti riguardanti sia i modelli di gestione derivanti e conformi alle Linee guida UNI INAIL ( Linee Guida per l’adozione di un sistema di gestione della sicurezza sul lavoro SGSL), sia per quanto riguarda le BS OHSAS 18001:2007 (Sistema di gestione per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro).
INFOTEL ha detto…
Vige l’obbligo in capo al datore di lavoro di garantire la salute del lavoratore, in quanto bene primario e indisponibile anche in relazione a condotte volontarie e di segno contrario. Pertanto, il datore di lavoro è comunque responsabile ex art. 2087 c.c. per l’infortunio subito dal dipendente nell’esercizio dell’attività lavorativa anche quando il lavoratore abbia tenuto una condotta imprudente, ma sia dimostrato che tale condotta fu determinata o anche solo agevolata da un assetto organizzativo del lavoro non rispettoso delle norma antinfortunistiche.
È quanto stabilito dalla Corte di Cassazione nella sentenza n. 14507 del 1° luglio 201, con la quale, ancora una volta, viene affrontato il delicato problema della sicurezza sul lavoro, ribadendo un importantissimo principio, peraltro già affermato in altre precedenti pronunce (Cass. Sez. lav. 08/04/2002 n. 5024).
La responsabilità sussiste quando il datore, pur conoscendo (o pur ignorando colpevolmente) l’assetto organizzativo deficitario sotto il profilo “sicurezza”, abbia omesso di apportare tutti quegli accorgimenti che avrebbero eliminato ogni fonte di pericolo per il lavoratore in quel determinato contesto lavorativo.