forze dell'ordine sul territorio a tutela della sicurezza e della legalità

Continua il grande lavoro svolto dagli agenti delle forze dell'ordine sul territorio a tutela della sicurezza e della legalità. L’importante operazione condotta dai militari dell’arma dei Carabinieri del Comando provinciale di Roma, che ha portato al sequestro di droga e di denaro e all’arresto di otto pusher, certifica ancora una volta l’attenzione posta al contrasto del traffico e dello spaccio di stupefacenti nella nostra città. Un lavoro prezioso e puntuale a tutela dei cittadini e fondamentale per la repressione di un fenomeno odioso sul quale non abbasseremo mai la guardia». È quanto dichiara il delegato del sindaco per le Politiche della Sicurezza, Giorgio Ciard

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INFOTEL ha detto…
I carabinieri dell'Ispettorato del lavoro e della caserma di Montaggio hanno elevato 3 mila euro di multa a una ditta edile gestita da albanesi per la violazione delle norme di sicurezza all'interno di un cantiere edite che aveva in gestione.

Oltre alla violazione della normativa sulla sicurezza negli ambienti di lavoro, che ha portato alla denuncia di un albanese di 25 anni titolare dell'azienda, i carabinieri hanno rilevato anche alcune irregolarita' amministrative. (ANSA).
INFOTEL ha detto…
Montoggio. Ieri mattina i carabinieri della stazione di Montaggio, supportati dai militari dell’ispettorato del Lavoro di Genova, hanno effettuato un controllo presso un cantiere edile situato in via IV Novembre e gestito da una ditta, avente sede a Genova e intestata ad un cittadino albanese del di 26 anni.

Durante il controllo i militari hanno riscontrato parecchie irregolarità amministrative e la violazione di alcune norme sulla sicurezza. Il titolare della ditta, quindi, oltre a dover pagare multe per 3 mila euro, è stato denunciato per violazione sulle norme di sicurezza nei cantieri edili.
INFOTEL ha detto…
CGIL Abruzzo, ha scritto all’assessore regionale De Fanis: “La drammatica recrudescenza di morti in infortuni sul lavoro incorsi nella nostra regione negli ultimi giorni, pone con forza l’esigenza di dare avvio ad una nuova stagione di impegno straordinario nell’attivare tutte le misure necessarie per arrestare questo disumano stillicidi di vite e di danni alla salute dei lavoratori. Il primo passo che riteniamo urgente è la convocazione immediata, da parte sua, del COMITATO REGIONALE DI COORDINAMENTO SULLA SICUREZZA SUL LAVORO, previsto dall’art. 7 del Dlgs n.81/2008.
In quella sede, partecipata da tutti i soggetti interessati, istituzionali e sociali, si procederà a valutare lo stato dell’arte e valutare le sinergie e le misure urgenti da mettere in campo per rispondere a questa emergenza ed invertire radicalmente la gerarchia delle priorità nell’ambito dello svolgimento del lavoro, ricollocando in cima il valore della vita e della salute dei lavoratori. Uno dei temi centrali è ovviamente quello degli organici relativi agli operatori del servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro delle ASL”.
INFOTEL ha detto…
Giorgio, Nicola, Fabio, Aurelian, e neppure una breve in cronaca. Ci devono essere altri modi per iniziare un articolo sulla strage dimenticata, ma certe volte la via più banale risulta essere anche la più efficace. Prime ore del pomeriggio, 9 settembre, un giorno come tanti. Giorgio Bonatto, 56 anni, marito, padre e nonno, sale a dieci metri di altezza per ripulire un silos. Fabio Roso, stagionale del servizio forestale, si addentra in un bosco con la sua squadra per tagliare alcuni alberi. Nicola Moratti detto «Sazza» scende dal muletto per controllare che le botti di vino siano in sicurezza. La fine è nota, anche oggi la media italiana di tre morti quotidiane sul lavoro è stata rispettata. Potremmo andare avanti per pagine intere, fino a comporre un martirologio che non risparmia neppure il Natale. Contando le sei vittime della Pirotecnica Arpinate, nel 2011 siamo a 452 caduti sul lavoro. Certo, si tratta ancora di dati empirici forniti dagli osservatori indipendenti sugli infortuni mortali, il bollettino finale spetta sempre all' Inail, che a ogni luglio stila il suo rapporto sull' anno precedente, al netto delle «avvenute transazioni» tra famiglia e azienda e delle denunce omesse. Prendiamo un' altra giornata italiana appena trascorsa, prendiamo il 7 settembre. Ad Avezzano muore Aurelian Lucian Moldovan, operaio di 40 anni. Lavorava in un cantiere che ristrutturava un' abitazione privata, vicino all' impalcatura c' erano dei fili dell' alta tensione. Come da formula abituale, «la dinamica dell' incidente è ancora al vaglio degli inquirenti, le cause del decesso sono ancora da chiarire». Anche nel caso di un cadavere senza nome ritrovato nello stesso giorno sul ciglio di una strada al confine tra Basilicata e Puglia, «cittadino di apparente origine nordafricana», trovato stranamente senza documenti di identità in tasca, senza un telefono, senza neppure i vestiti, ci sarebbe da chiarire, anche se le modalità del ritrovamento e tracce di cemento sul petto lasciano supporre che si trattasse di un lavoratore abusivo di qualche cantiere, forse altrettanto abusivo. Ogni morte bianca è a suo modo esemplare, ognuna di esse lascia un messaggio chiaro. Bonatto e Roso erano entrambi veneti, di una regione che si sta confermando in cima alla classifica degli infortuni sul lavoro. Moratti lavorava vicino a Brescia, in una provincia che è un' anomalia, nel 2010 ha avuto il più alto numero di vittime e quest' anno sembra avviata alla riconferma. Moldovan faceva il muratore come tanti suoi connazionali, e i cittadini romeni rappresentano il 40 per cento degli stranieri morti sui luoghi di lavoro, che a loro volta sono l' 11,3% del totale e rappresentano un bacino di lavoro sommerso e in nero che spesso, in vita come in morte, non figura su alcuna statistica ufficiale. La morte bianca non dimentica nessuno e non lascia tracce, nella memoria e nei gesti degli uomini. Dopo il disastro della Thyssen, in Piemonte il calo delle morti sul lavoro era stato costante per i due anni seguenti. Nel 2011 i morti a Torino sono giù undici, 29 nell' intera regione, uno in più dell' intero 2010: dacci oggi la nostra Thyssen quotidiana. Raffaele Guariniello, pubblico ministero di quella vicenda, è considerato uno spauracchio degli imprenditori italiani. «Le nostre leggi sono ormai in linea con le direttive europee, il vero problema è la loro applicazione.
INFOTEL ha detto…
La tragedia avvenuta ieri nell'Azienda pirotecnica «Arpinate» nel frusinate dimostra che «senza un rafforzamento di controlli certi, finalizzati alla prevenzione degli incidenti in particolare nei settori più a rischio, il trend dei morti sul lavoro continua ad essere preoccupante». E' quanto sostiene Vincenzo Scudiere, Segretario Confederale della CGIL nel commentare la violenta esplosione avvenuta ieri pomeriggio nella fabbrica di fuochi d'artificio della famiglia Cancelli che ha provocato la morte di 6 persone, il titolare, i due figli e tre operai.

Il dirigente sindacale, nel fare il punto sulla situazione «preoccupante» per la sicurezza sul lavoro in Italia, ricorda come nel 2011 siano state 452 le vittime sul lavoro, ossia «una media di tre morti al giorno». In particolare, tanti incidenti riguardano i lavoratori extracomunitari assunti in nero, che rappresentano il 40% dei morti sul lavoro. «Non è un caso – prosegue Scudiere - che ogni tanto, si abbia notizia del ritrovamento sul ciglio della strada, a pochi passi dai cantieri di lavoratori morti senza documenti ».

Dalla strage nel Frusinate «si evince che, probabilmente – ribadisce il Segretario Confederale CGIL -, un controllo assiduo dei siti ad alto rischio, potrebbe risolvere molti problemi», per questo Scudiere punta il dito contro il Governo che invece «pensa ai tagli nelle attività ispettive e di controllo provocando un rallentamento delle ispezioni, non più sopportabile».

Il dirigente sindacale, infine, torna a denunciare il carattere iniquo della Manovra del Governo, che sottolinea «non sta solo nei tagli agli investimenti, ai consumi e ai redditi da pensione e da lavoro, ma è rappresentato anche dal fatto che le imprese – spiega Scudiere - per fronteggiare le poche occasioni di produzione che capitano, tagliano per prima cosa la voce sulla prevenzione degli incidenti. Questo - conclude - non fa che aumentare i rischi per i lavoratori».

Intanto, l'area dove si trova la fabbrica, sui Monti di Arpino, è stata sequestrata e i carabinieri del Noe di Roma stanno ancora indagando per stabilire la causa della devastante esplosione. Ieri sera il sindaco di Arpino ha proclamato il lutto cittadino per il giorno dei funerali delle vittime.