Priorità alla sicurezza sul lavoro nelle agende nazionali - Gli impegni assunti al XIX Congresso mondiale che si è svolto a Istanbul


Gli impegni assunti al XIX Congresso mondiale che si è svolto a Istanbul

Priorità alla cultura della sicurezza e della salute sul lavoro nelle agende nazionali:
è l’impegno sottoscritto a Istanbul dai ministri del Lavoro in occasione del diciannovesimo Congresso mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro che si è svolto dall’11 al 15 settembre. Un impegno di particolare rilevanza e dalla portata ragguardevole in un momento in cui la ricerca di soluzioni per uscire dalla crisi economica e finanziaria mondiale assorbe le migliori energie.
La crisi stessa rischia di ostacolare ulteriori progressi nel campo della sicurezza. La stessa Organizzazione Internazionale del Lavoro, nel Rapporto presentato a Istanbul sottolinea che la recessione potrebbe frenare o invertire il percorso virtuoso intrapreso, con particolare riguardo per alcuni gruppi di lavoratori più svantaggiati come, ad esempio, gli immigrati, che la crisi ha reso più vulnerabili. Molto è stato fatto per promuovere la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro, ma i margini per la creazione di una sicurezza globale, preventiva rimangono
assai significativi.
“Mentre il mondo si sforza di superare la tempesta della crisi finanziaria ed economica
– ha rilevato il direttore generale dell’Ilo,Juan Somavia – l’obiettivo di posti di lavoro sicuri dev’essere anche un elemento integrante di piani per la ripresa, che impediscano una spirale verso il basso nelle condizioni di lavoro, e per la promozione di uno sviluppo sostenibile. Sicurezza e salute sul lavoro – ha dichiarato ancora Somavia – sono prima di tutto una questione di diritti umani e di rispetto della dignità dell’uomo. Per le imprese, la società, le economie, i guadagni di produttività e la riduzione dei costi di assistenza sanitaria, sono tra i benefici da considerare. Luoghi di lavoro sani e sicuri vanno, inoltre, a braccetto con un ambiente più pulito”.
Sono concetti sui quali si è soffermato anche il ministro del Lavoro della Turchia, Faruk Çelik, che ha fatto gli onori di casa agli oltre tremila partecipanti al Congresso: “Lavorare in un ambiente sicuro e salubre – ha messo in evidenza Çelik – è tra i fondamentali diritti dei lavoratori. Obiettivo del Congresso è contribuire ad assicurare la condivisione di conoscenze e buone pratiche nel campo della sicurezza e della salute tra Paesi in via di sviluppo, Paesi con economie in transizione e Paesi sviluppati”.
Non a caso il motto del Congresso è stato: “Costruire una cultura globale di prevenzione per un futuro salubre e sicuro”. Organizzato ogni tre anni, a partire dal 1955 (il primo forum si tenne a Roma), il Congresso mondiale è la maggiore occasione di incontro e di dibattito sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro e registra un successo crescente, come documentano l’affluenza dei partecipanti, da oltre cento Paesi, e l’attenzione dei media. Rafforzare, dunque, l‘impegno globale in questo campo, in un momento di grave incertezza economica, è la parola d’ordine lanciata dall’Ilo davanti agli oltre tremila fra responsabili politici, esperti, dirigenti d’impresa e sindacati convenuti a Istanbul.
La discussione si è snodata attorno a quattro temi-cardine:
approcci globali e pro-attivi alla sicurezza e salute sul lavoro;
un approccio sistemico per affrontare le nuove sfide in questo campo; dialogo sociale, partnership e innovazioni;
nuove traguardi da conquistare in un mondo del lavoro che cambia, nel contesto di una ripresa economica globale non omogenea. In particolare, per quel che riguarda il dialogo sociale, è stato notato come la tendenza alla globalizzazione abbia accresciuto la necessità di affrontare questi temi come una responsabilità condivisa di tutti i soggetti coinvolti. Attraverso il dialogo sociale, i governi, i datori di lavoro e i lavoratori, mediante le loro organizzazioni, nonché le istituzioni preposte alla sicurezza sociale possono sviluppare partnership reciprocamente vantaggiose con l’obiettivo di ridurre gli infortuni, le malattie, gli incidenti mortali sul lavoro in primo luogo attraverso una valida cultura della prevenzione.
Una mostra allestita in occasione del Congresso di Istanbul ha consentito ai partecipanti di conoscere e prendere contatto con le più aggiornate tecnologie disponibili in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. E’ stato promosso, inoltre, un Festival cinematografico e multimedia, con la presentazione di oltre 200 lavori.
“Milioni di lavoratori e le loro famiglie soffrono le conseguenza degli incidenti e delle malattie professionali. Oltre a un immenso tributo di vite umane, cattive condizioni di lavoro comportano anche enormi costi finanziari, con un impatto negativo sullo sviluppo”, ha rilevato Errol Frank Stoové, presidente dell’International Social Security Association (che organizza il Congresso insieme all’Ilo e al Paese ospitante), aggiungendo: “La costruzione di una sicurezza
preventiva e di una cultura della salute è responsabilità di tutta la società nel suo complesso”.
E’ questo un assunto posto in primo piano anche nella più recente Dichiarazione dei ministri del Lavoro, sulla scorta della Dichiarazione adottata a Seoul nel corso del Congresso del 2008, che per la prima volta, in un documento internazionale, ha riconosciuto il diritto ad un ambiente di lavoro sicuro e salubre come diritto fondamentale dell’uomo:
tutti gli attori della società devono essere mobilitati e possono contribuire allo sviluppo di una autentica cultura della prevenzione nei luoghi di lavoro. Nella Dichiarazione di Istanbul, infatti, al primo punto si legge: “Promuovere elevati livelli di sicurezza e salute sul lavoro è la responsabilità dei ministeri del Lavoro e della società nel suo complesso; i ministri del Lavoro devono contribuire a raggiungere questo obiettivo facendo in modo che la priorità sia data alla sicurezza e salute sul lavoro nelle agende nazionali e costruendo una cultura nazionale della
prevenzione e della sicurezza forte e sostenuta su basi continuative”.
I ministri del Lavoro inoltre hanno dichiarato che “la costruzione e promozione di una cultura nazionale sostenibile di sicurezza e prevenzione dovrebbe essere assicurata attraverso un sistema di diritti definiti, responsabilità e doveri in cui sia data la massima priorità al principio di prevenzione e in cui i governi, imprenditori e lavoratori siano attivamente coinvolti nel garantire un salubre e sicuro ambiente di lavoro a tutti i livelli”. Pieno sostegno ai presupposti e agli obiettivi della Dichiarazione di Seoul è stato ribadito, quindi, dai responsabili dei rispettivi Governi, che si sono impegnati ad assumere “un ruolo guida nella promozione di una sicurezza preventiva e cultura della salute in tutto il mondo, e a mettere la sicurezza e salute sul lavoro in una posizione alta nei loro programmi nazionali e regionali”.

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