Sicurezza come innovazione


Adottare una nuova visione della sicurezza in ottica di genere, rappresenta un elemento strategico per promuovere il cambiamento e realizzare la crescita e la competitività aziendale.
Le prescrizioni legislative presenti nel D.Lgs. 81/2008 e successive integrazioni e modificazioni1, impongono un nuovo approccio alla prevenzione dei rischi, dove è necessario tener conto, oltre ai rischi già noti, delle diversità uomo/donna nei fattori di esposizione e di vulnerabilità.
Questo comporta di ripensare completamente la metodologia d’analisi e i processi di valutazione del rischio, e rivedere l’organizzazione stessa del lavoro. Pertanto l’azione che si deve mettere in atto determina un grande cambiamento e può portare a dover rivedere completamente la “mission” e la “vision” delle aziende e degli enti pubblici e privati.
Questo cambiamento è sicuramente legato all’Innovazione, leva primaria della competitività,che vuol dire anche efficacia ed efficienza, qualità del prodotto e/o del servizio,riduzione dei costi, miglioramento delle condizioni di lavoro, ecc..
I tre punti fondamentali che proiettano le istituzione verso il cambiamento ed il miglioramento continuo possono essere raggruppate i questi tre ambiti:
• conoscenza: quindi formazione;
• realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi;
• diffusione dell’innovazione, anche attraverso l’introduzione di nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Tra le leve che permettono di creare sviluppo, vi è sicuramente la conoscenza dei metodi gestionali ed organizzativi con i quali è possibile raggiungere risultati tangibili in ottica di miglioramento delle condizioni di lavoro e di motivazione del personale.
Essi, se ben applicati, conducono verso “un cambiamento culturale” capace di produrre vantaggi alla propria organizzazione.
Dobbiamo pertanto promuovere, anche nelle imprese italiane, una cultura diversa,volta al cambiamento, al fine di raggiungere elevati livelli di competitività e maggiori guadagni.
Mai come ora si deve guardare ai cambiamenti di comportamenti organizzativi e gestionali (della qualità, della sicurezza, ecc.), come un’opportunità di crescita. Sappiamo infatti che è possibile sia migliorare i processi esistenti, sia progettare da subito prodotti, processi o servizi ottimizzati. Se ciò viene effettivamente messo in atto, il risultato che avremo sarà una maggiore soddisfazione del cliente (inteso come fruitore del servizio o del processo) e del personale interno, percepibile non soltanto attraverso una valutazione delle performance e dei costi associati, ma anche da un miglior livello di qualità, di sicurezza e di organizzazione degli ambienti di lavoro.
La trasformazione in atto impone di rivedere completamente i valori che ciascuna organizzazione ha, in virtù di un atteggiamento di condivisione, che permette alle aziende ed alle istituzioni di scoprire non solo opportunità di competizione, ma risvegliare la motivazione ed il senso d’appartenenza.
L’attuale crisi globale, economica e finanziaria rende necessario “ripensare” l’approccio al mercato dell’impresa in generale e delle PMI in particolare.
Nel mutato scenario questa crisi può essere trasformata in opportunità, attraverso la creazione di una “cultura scientifica d’impresa”, con l’applicazione di modelli e metodi che rendano più efficace ed efficiente il loro processo decisionale e che assicurino alle imprese un vantaggio competitivo. Molto spesso si oppone al raggiungimento di questo scopo la tenace resistenza delle organizzazioni al cambiamento ed all’utilizzo di metodologie qualitative e quantitative che, se attuate, le metterebbero in grado di superare l’attuale scarso livello d’innovazione, rendendole competitive a livello internazionale.
È in ottica di questa nuova auspicata cultura d’impresa che si colloca la necessità di rivedere l’approccio alla sicurezza per trasformarla da conoscenza di pochi tecnici con logiche di vertice, ad una cultura diffusa, ricca di competenze.
La “sicurezza che serve” deve ricevere impulso dal basso ed essere continuamente monitorata e verificata a tutti i livelli, fino all’alta dirigenza.
Soltanto in questo modo anche la cultura alla sicurezza diventerà una scelta per l’innovazione,che permetterà di considerare e valorizzare il diverso ruolo degli individui all’interno delle organizzazioni. Per questo motivo, oggi più che mai è necessario ripensare ad una sicurezza che sappia cogliere le particolarità dell’individuo, sia esso uomo o donna, migrante o diversamente abile, al fine di vedere in queste peculiarità una forza competitiva che passi attraverso:
• la motivazione e l’attaccamento al lavoro o all’organizzazione;
• un nuovo approccio alla salute e al benessere psicofisico;
• una riprogettata distribuzione del carico di lavoro;
• una ripensata equità di accesso al lavoro e alla carriera attenta alle pari opportunità.
Le organizzazioni che tendono all’eccellenza hanno una duplice e interdipendente finalità: soddisfare i clienti e ridurre i costi degli sprechi, il tutto aumentando la redditività e la competitivà aziendale.
In un contesto ambientale in cui nessun vantaggio competitivo è duraturo a lungo termine, il cambiamento diventa necessario, permanente ed accelerato
(secondo i modelli delle aziende best in class).
La capacità di tendere al miglioramento continuo, diviene fonte di un vero vantaggio competitivo e l’adozione di modelli per l’eccellenza è considerata una conditio sine qua non per poter garantire la sopravvivenza delle organizzazioni italiane.
Pertanto, nel ripensare la gestione e l’organizzazione si può partire dai valori comuni per interpretare, in ottica di genere, le necessità di cambiamento che il D.Lgs.81/2008 e s.m.i. ci permette di fare partendo proprio dalla sicurezza.
Parlare di competitività, di miglioramento continuo, di cambiamento, di crescita e di innovazione, significa lavorare per approcci “metodologici” e strategie consolidate.
Per attuare il “cambiamento” quindi è necessario averne le competenze, ma anche saper valutare, quantificandoli, i “vantaggi reali” che dal cambiamento si possono ottenere.
Le aziende che guardano al futuro adottano strategie per l’eccellenza come il WCM - World Class Manufacturing - dove uno dei pilastri (pillar) della metodologia,non a caso, è la rappresentato dalla “sicurezza”. È nella storia della tecnologia che l’innovazione (vedasi il settore aerospaziale o nucleare), parte e si genera sempre dagli studi, dalle metodologie e dalle ricerche per la sicurezza e per l’ambiente, ed è per questo che anche la sicurezza di genere, se promossa al fine di cambiare e migliorare le condizione di lavoro, non può che portare a reali vantaggi competitivi.

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