Una comunicazione adeguata ed efficace


Una comunicazione adeguata ed efficace, quindi, serve altresì a superare, molte volte, le difficoltà di comprensione e gli ostacoli insiti nelle materie e nelle argomentazioni oggetto di discussione e trattazione, ostacoli dovuti chiaramente ad implicazioni che possono essere di carattere tecnico (utilizzo di apposita terminologia, per non parlare di sigle, codici, parametri scientifici, valori fisici, quantità numeriche, etc.) e di carattere specialistico (come ad esempio i nomi delle patologie mediche o i termini tipici della nomenclatura sanitaria) di fronte ai quali chi è destinatario dell’informazione (tipicamente il lavoratore) mostra evidenti segni di disagio e rifiuto nell’atto dell’apprendimento, se quest’ultimo non viene agevolato e facilitato.
E’ compito perciò del “mittente” predisporre le modalità affinché il processo comunicativo abbia gli esiti previsti non solo in termini di trasmissione dell’informazione ma anche in termini, diciamo così, di apprendimento dei contenuti.

In particolare, perciò, soprattutto il medico del lavoro nell’atto di compiere la sorveglianza sanitaria deve “comunicare” la propria professionalità e competenza, dotandosi ad esempio di un ambiente opportuno che funzioni da ambulatorio, e che sia igienicamente adeguato e dotato delle apparecchiature e della strumentazione necessarie.
E’ opportuno fare luce, quindi, su alcuni suggerimenti pratici che riguardano il medico competente, ma che possono essere estrapolati, con le dovute differenza, e applicati anche a tutti gli altri “attori” della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Al primo incontro il medico del lavoro (e quindi, in generale, la figura preposta all’intervento di informazione-formazione) dovrebbe cercare di guadagnare la fiducia del lavoratore presentandosi con gentilezza e rispetto.

Altresì è importante che il linguaggio utilizzato sia, chiaro e semplice, adeguato all’età, all’educazione e al patrimonio culturale del lavoratore e, per i lavoratori stranieri, al livello di comprensione della lingua.
Considerando il carattere di internazionalità che l’attuale mercato del lavoro ha assunto e tenendo presente che le disposizioni legislative italiane in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro scaturiscono dalla necessità di conformarsi ad analoghe normative europee, oltre al fatto che il legislatore ritiene compiuta l’azione di informazione-formazione quando ci sia anche la verifica dell’apprendimento, appare evidente la necessità di rendere disponibili i contenuti in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro ai lavoratori stranieri, magari in lingua inglese, in virtù dell’internazionalità di tale lingua, o comunque nelle forme che siano da questi, come detto, ben compresi.

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