La rilevanza delle tipologie di esposizione

La via inalatoria è stata da sempre quella su cui si è concentrata maggiormente l’attenzione e sono state stabilite ed ipotizzate correlazioni tossicologiche ed epidemiologiche tra patologie e concentrazioni ambientali.
Come conseguenza del grande numero di studi che hanno riguardato l’assorbimento per inalazione, già da parecchi anni la comunità scientifica ha proposto dei limiti di esposizione professionale (intesi come massima concentrazione possibile dell’inquinante nell’aria presente nell’ambiente di lavoro) per svariati agenti chimici pericolosi.
L’assorbimento per via cutanea ha invece destato minore interesse da parte degli igienisti industriali, sia perché per la maggior parte delle sostanze si riteneva trascurabile il suo contributo all’assorbimento totale, sia perché i metodi per la sua valutazione risultavano più complessi e difficilmente standardizzabili.
Studi relativamente recenti hanno però messo in evidenza che trascurare l’esposizione cutanea significa in molti casi sottostimare enormemente la dose assorbita dai lavoratori.
La contaminazione della pelle con agenti chimici pericolosi può aver luogo come risultato di differenti processi.
Tra questi si possono citare:
1) immersione in soluzioni contaminate;
2) schizzi dell’inquinante o di soluzioni che lo contengano;
3) contatto con superfici contaminate;
4) deposizione di particelle o vapori sulla pelle in seguito alla sommersione in atmosfere contenenti l’agente sotto forma di vapore o di aerosol.
La valutazione dell’esposizione cutanea è resa ancora più difficile in considerazione che:
• esistono ancora pochi dati sui limiti di esposizione professionale cutanea;
• non è facile ricavare la quantità effettivamente assorbita nell’organismo rispetto a quella depositata sulla cute;
• spesso non è chiaro se il valore limite di concentrazione in aria individuato da alcune organizzazioni quali ad esempio ACGIH, OSHA, ecc., tenga conto solo dell’assorbimento dell’inquinante per via inalatoria, ed anche per assorbimento cutaneo in seguito alla sommersione nei vapori.
Anche l’allegato XXXVIII al D.Lgs. 81/2008, contenente una tabella di sostanze chimiche con i relativi valori limite di esposizione professionale (LEP), non dissipa questo ultimo dubbio sul valore limite. 
Infatti con la notazione cutanea “Pelle”, attribuita ai LEP, viene generalmente identificata la possibilità di un assorbimento significativo attraverso la pelle.
La modalità di introduzione per ingestione, anche accidentale, di sostanze pericolose, specialmente in quantità rilevanti, è piuttosto infrequente anche se non impossibile mentre quella per iniezione può essere considerata di raro accadimento e quindi di scarsa rilevanza nell’ambito di esposizioni lavorative.

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