Sicurezza Lavoro

sicurezza lavoroSicurezza Lavoro

»Specialisti della sicurezza nella Comunità Europea, requisiti e come candidarsi
Opportunità di lavoro messa online dall'Unione Europea
»7 milioni di euro per la riqualificazione energetica
Regione Emilia Romagna
»La sicurezza nei lavori in presenza di rischio elettrico
rischio elettrico nell’ambito del D. Lgs. 81/2008
»nuova modulistica di prevenzione incendi
Circolare prot. n. 4849 del 11 aprile 2014
»Salute e sicurezza sul lavoro
le aziende italiane tra le più attente al mondo
»Analisi dei rischi e degli infortuni lavorativi
Convegno INAIL

Commenti

INFOTEL ha detto…
Eseguire delle visite preventive che aiutino le aziende ad assolvere agli obblighi in materia di sicurezza sul lavoro, formare lavoratori nelle scuole e studenti e dare interpretazione univoca alle leggi e pertanto diventare sportello unico per la sicurezza ai fini preventivi. Queste le novità dell’incontro tra i vertici del Comitato paritetico edile (Cpe) e l’assessora provinciale al lavoro, Martha Stocker. «La Provincia punta sulla collaborazione con imprese e sindacati per una sinergia volta alla riduzione di spesa», sottolinea il presidente della Cpe, Claudio Corrarati. Insieme a lui, nell’incontro il vicepresidente Stefano Parrichini.

«Il Comitato paritetico, con il rinnovato nuovo spirito della nuova giunta provinciale, può diventare un riferimento importante e un vero aiuto per la pubblica amministrazione che attraverso il lavoro fatto insieme potrà contribuire a dare risposte concrete, risolvere e prevenire i problemi dei lavoratori e delle aziende con ripercussioni vantaggiose per la comunità», ancora Corrarati, ricordando i numeri dei corsi organizzati dal comitato. Negli ultimi 4 anni, il Cpe ha svolto più di 100.000 ore formative e realizzato più di 700 corsi. Recente anche un importante progetto: una piattaforma informatica internazionale, sviluppata in collaborazione con Germania, Austria, Svizzera e a breve anche con la Francia che consente di conoscere immediatamente le varie norme e leggi presenti nei vari stati in materia di sicurezza sul lavoro e che oggi possono presentare sostanziali differenze. «Tutto ciò renderà più semplice conoscere le varie normative dei vari paesi verso i quali si potrà così andare a lavorare edotti delle normative alle quali si dovrà sottostare», sottolineano Corrarati e Parrichini.

Attraverso questa esperienza, il Comitato paritetico dell’Alto Adige ha aperto una finestra sull’Europa e si è internazionalizzato e ciò può rappresentare anche un aiuto per armonizzare le norme in materia di sicurezza sul lavoro con vantaggi per tutti.
INFOTEL ha detto…
Dal fondo interprofessionale di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil arrivano 28 milioni di euro per formare dipendenti su salute e sicurezza sul lavoro e tematiche ambientali.

Obiettivo: dare slancio alla prevenzione di infortuni e malattie professionali e di accrescere l'efficienza energetica.

Per l'ambito salute e sicurezza sono disponibili 16 milioni di euro e le domande devono essere presentate dal 15 aprile sino alle 13 del 22 luglio 2014. Per l'ambito relativo all'ambiente, in considerazione del numero di domande pervenute nella precedente edizione le risorse sono raddoppiate rispetto al 2013: ammontano a 12 milioni di euro e le domande devono essere presentate dal 15 maggio fino alle 13 del 30 settembre. Dal 2007 ad oggi, attraverso gli avvisi nazionali, Fondimpresa ha reso disponibili alle aziende finanziamenti per 1,7 miliardi di euro, consentendo la formazione di oltre tre milioni di lavoratori. In Sardegna 5.940 imprese e 65.300 dipendenti sono stati coinvolti nella formazione per un totale di 6,8 mln di euro. Una parte consistente dei finanziamenti che le imprese hanno a disposizione, oltre che dagli avvisi, è costituito dal "conto formazione" a cui ogni impresa può attingere nel corso dell'anno. Nell'isola con questo canale sono stati investiti 7,7 mln di euro consentendo il finanziamento di 800 piani formativi.
INFOTEL ha detto…
Il premio Pietro Di Donato, alla sua terza edizione, ha riguardato produzioni giornalistiche sul tema della sicurezza in ambiente di lavoro ed è stato organizzato dal Comune di Taranta Peligna. L’intitolazione allo scrittore italo-americano, Pietro Di Donato, evoca il suo romanzo più conosciuto, Cristo fra i muratori, ispirato dalla tragica morte del padre, operaio edile, sul lavoro, il 30 marzo del 1923. I giornalisti hanno inviato 34 proposte, 20 cartacee, 6 video, 4 web e 4 radio, superando di gran lunga le adesioni della seconda edizione, anche grazie alla fattiva collaborazione dell’ufficio stampa di Anmil. Menzioni speciali sono state assegnate ad Antonio Crispino(Corriere della Sera) e a Paola Toro (unica donna e unica abruzzese) per due servizi su Corriere Web e su “il Centro”. In particolare, il servizio del Centro intitolato "L'impegno per il 2014, meno morti sul lavoro" è stato un lavoro di ricerca delle trenta croci dei caduti sul lavoro in Abruzzo nel 2013. Dagli incidenti in agricoltura a quelli nell'edilizia, passando per la tragedia di Città Sant'Angelo, che il 25 luglio scorso ha distrutto la famiglia Di Giacomo dopo l'esplosione della fabbrica di fuochi d'artificio. L'articolo è stato pubblicato gli ultimi giorni del 2013. Da parte dell'organizzazione i complimenti alla redazione del Centro e al direttore Mauro Tedeschini per la scelta redazionale di dedicare spazio, e in tale chiave, al tema della sicurezza sul lavoro. Premio speciale della Cia per il settore agricoltura a Gianluigi Nario per un approfondimento su “Il Floricoltore”. Veleni, processi e risarcimenti-il sogno malato dei petrolchimici è il titolo dell’articolo, con video di approfondimento, con cui Lorenzo Tondo, giornalista di Repubblica, si è aggiudicato il primo premio della terza edizione del premio Di Donato, la cui cerimonia si è svolta domenica scorsa a Taranta Peligna.

Alessio Zucchini, giornalista di Rai 1, con il servizio del Tg1 sotto il palco, ha ricevuto il secondo premio. La giuria del premio è stata presieduta da Fausto Bertinotti e composta da Enzo Iacopino, Tiziano Treu e Lucia Annunziata. Presenti alla cerimonia il sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini, Giuseppe Cornacchia (Cia nazionale), Enrico Susi (Inail Abruzzo) e Luigi D’Alessandro (Anmil). Ha condotto la cerimonia e la discussione preliminare Alessio Falconio, direttore di Radio Radicale.
INFOTEL ha detto…
Le recenti vittime della strada, a partire dal giovane operaio romeno, Adrian Marius Gogorici morto a seguito di un incedente stradale con il furgone aziendale il 7 aprile scorso per la Filmcams-Cgil apre uno suqarcio nel fenomeno degli infortuni sul lavoro.
Un episodio – scrive il sindacato in una nota – che rischia di espandersi a macchia d’olio. Per questo la Filcams-Cgil sottolinea l’aspetto della sicurezza sui luoghi di lavoro. Il furgone sul quale viaggiava l’operaio infatti era di proprietà dell’imprenditore titolare dell’azienda per la quale l’operaio lavorava e quindi l’incidente rientrerebbe – secondo il sindacato – in un contesto di infortunio sul lavoro.

“Bentrovata Cgil per esservi accorti che certi incidenti stradali nulla hanno da ‘invidiare’ con quelli che avvengono sui luoghi di lavoro”, gli replica il rappresentate ferrarese dell’associazione Fernando Paglierini, Luigi Ciannilli -. “Il nesso causale infatti – aggiunge Ciannilli – è sempre stato evidente”
INFOTEL ha detto…
Sabat o scorso l’Osservat orio Nazionale della Pesca,
nell’ambit o di un proget t o f inanziat o dal Minist ero delle Polit iche Agricole,
Aliment ari e Forest ali – D.G. Pesca e Acquacolt ura, ha t enut o presso quest a
Direzione Marit t ima un convegno dedicat o alla t emat ica della sicurezza sul
lavoro nella pesca marit t ima. All’incont ro hanno part ecipat o Il President e
dell’Ent e manuele Sciacovelli, il Diret t ore Marit t imo C.V.(CP) Gaet ano
Mart inez, il relat ore Dot t . Giancarlo Chiara dell’A.S.L. di Cat ania, il Dot t . Marco
Giachet t a Coordinat ore dell’Ent e, Il Prof . Salvat ore Lombardo, Dirigent i della
Regione ed una f olt a rappresent anza di lavorat ori del Compart o Pesca olt re
ai sindacat i di cat egoria. L’incont ro, incent rat o sui delicat i prof ili connessi con
la f ormazione/inf ormazione in t ema di gest ione della sicurezza a bordo delle
navi, da sempre al cent ro delle at t ivit à ist it uzionali del Corpo delle Capit anerie
di Port o, è st at o molt o posit ivo e ricco di spunt i ed ha regist rat o una
numerosa ed at t ent a part ecipazione di addet t i ai lavori con i quali si è st abilit a
una prof icua e grat if icant e int erazione. Il convegno, conclusosi alle ore 14.00
con la consegna degli at t est at i di part ecipazione e di alcuni D.P.I. da ut ilizzare
a bordo dei pescherecci, ha rappresent at o una preziosa occasione di dialogo
con gli operat ori del compart o pesca ed un qualif icat o element o promozionale
della cult ura e della comune part ecipazione alla sicurezza nei luoghi di lavoro
del set t ore pesca.
INFOTEL ha detto…
Presentata da Eurofound una rilettura dettagliata del rapporto Working conditions and job quality: Comparing sectors in Europe, pubblicato lo scorso febbraio con il quale l’ente ha diramato i dati della Fifth european working conditions survey del 2010.

Si tratta di una rilettura per settori produttivi, composta da diciassette schede, realizzata con l’intento di facilitare la comprensione del comportamento di ogni segmento e identificarne aspetti positivi o meno. Attenzione centrata su qualità e condizioni di lavoro, orari, equilibrio vita-lavoro, organizzazione, competenze, formazione, rappresentanza, situazione e salute fisica e rischi psicosociali.

Questi i settori analizzati: alberghiero, agricoltura, agro-alimentare, arte, spettacoli e tempo libero, bancario, chimico, costruzione, educazione, arredamento, salute, industria metallurgica, media e comunicazione, altri servizi, commercio, assistenza sociale, servizi, commercio all’ingrosso.
INFOTEL ha detto…
Il D.Lgs. 81/2008 e ss. mm. ii. costituisce il Testo Unico in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro. Tale decreto tutela la persona sotto ogni aspetto: salute, sicurezza, dignità, tenendo conto della provenienza geografica e del genere; e il lavoro, in qualunque forma svolto, in tutti i settori, sia pubblici sia privati e in tutte le tipologie di rischio.
L’art. 2 del T.U. definisce “lavoratore” la persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari. Al lavoratore così definito sono equiparati i soci di cooperative o di società, anche di fatto, che prestino la loro attività per conto delle società e degli enti stessi. Sono altresì equiparati al lavoratori e pertanto godono delle medesime tutele, i praticanti, gli stagisti ed i tirocinanti. Si consideri il caso limite di uno studio professionale senza dipendenti ma con un solo praticante, anche in questo caso il professionista è soggetto agli obblighi in materia di igiene e sicurezza del lavoro.
Lo stesso articolo definisce “datore di lavoro” il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l'assetto dell'organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività, ha la responsabilità dell'organizzazione stessa o dell'unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa.

La prima figura incaricata di garantire la sicurezza sul lavoro e sulla quale ricade l’obbligo del mantenimento dei livelli della stessa è il datore di lavoro; tale ruolo comprende un quadro variegato di attività obbligatorie raggruppabili nei seguenti profili:

organizzare la struttura per sicurezza;
analizzare/valutare tutti i rischi e programmare il piano di miglioramento della sicurezza;
gestire la sicurezza sul lavoro;
sorvegliare le condotte aziendali in materia.

L’art. 16 del T.U., consente al datore di lavoro di delegare alcune funzioni, entro specifici limiti e condizioni. Tuttavia, non sono delegabili:

la valutazione dei rischi con la conseguente elaborazione del Documento di Valutazione dei rischi (DVR), che il datore di lavoro effettua in collaborazione con il RSPP e il Medico Competente;
la designazione del Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione dai rischi.
INFOTEL ha detto…
Oltre al RSPP il datore di lavoro deve individuare gli (eventuali) dirigenti della sicurezza, i preposti della sicurezza, gli addetti per l’emergenza e il medico competente.
A tal proposito, fondamentale è la collaborazione tecnica del RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione), che continua ad essere, anche nel disegno organizzativo espresso dal decreto, il “braccio destro” tecnico del datore di lavoro. Il responsabile del servizio di prevenzione e protezione deve essere in possesso di adeguato titolo di studio, attitudini e capacità adeguate alla natura dei rischi presenti su luogo di lavoro.
La mancata osservazione e/o violazione delle norme fissate in materia di igiene sul lavoro e per la prevenzione degli infortuni comporta pene che possono prevedere anche l’arresto. Il quadro delle sanzioni a carico del datore è estremamente variegato e tale da coprire, in modo puntuale, un numero esteso di infrazioni. È previsto, ad esempio, l’arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da € 2.500 a € 4.400 per l’omessa valutazione dei rischi e mancata elaborazione del DVR, la stessa pena è prevista nel caso di mancata nomina del RSPP; arresto da 2 a 4 mesi o ammenda da € 1.500 a € 6.000 per la mancata nomina del medico competente. Si fa presente, inoltre, che la mancata effettuazione della valutazione dei rischi, comporta, in caso di assunzioni con contratti di lavoro a termine, la nullità della clausola di apposizione del termine e pertanto, il contratto si deve ritenere a tempo indeterminato.

È chiaro che fanno capo al datore di lavoro la maggior parte delle attività volte alla messa in sicurezza dei luoghi di lavoro; e spesso è difficile sostenere, per un grandissimo numero di datori di lavoro, il carico delle "cose da fare", se queste ultime si vogliono realizzare in autonomia. Soprattutto nelle piccole e nelle piccolissime realtà aziendali, la miriade di attività datoriali, spesso, non è neppure conosciuta e resta, anche dopo il nuovo testo legislativo, uno "scoglio" insuperabile per molte di esse. Il risultato conseguente è un altissimo "rischio" che la sicurezza sul lavoro si realizzi solo in modo frammentario e in modo puramente formale.
Risulta, pertanto, di fondamentale importanza per il datore di lavoro, affidarsi a professionisti specializzati per ottenere il relativo supporto tecnico e formativo necessario per la realizzazione di un sistema efficace di gestione della sicurezza sui luoghi di lavoro e per il sostenimento di un adeguato percorso di formazione conforme al D.lgs. 81/2008.
INFOTEL ha detto…
Per ogni tipo di azienda, i due elementi irrinunciabili del processo di valutazione del rischio stress lavoro correlato sono:

la chiara indicazione delle misure di prevenzione in essere o da attuare allo scopo di contrastare i fattori stressogeni presenti sul lavoro;
il coinvolgimento dei lavoratori nell’analisi del rischio e nell’individuazione delle soluzioni.

Questa la sintesi del Documento elaborato dal sottogruppo interregionale Stress lavoro-correlato e approvato dal Coordinamento tecnico interregionale Pisll nella seduta del 15 febbraio 2012, che fornisce un utile orientamento nell’ approccio con i diversi, non facili ed anzi delicatissimi aspetti del particolare rischio lavorativo.

Il documento è stato redatto allo scopo di meglio interpretare la norma vigente in materia*, alla luce della lettera circolare del 18 novembre 2010** del Ministero del lavoro.

Fra le disposizioni transitorie e finali della circolare ministeriale si legge che “la data del 31 dicembre 2010, di decorrenza dell’obbligo previsto dall’art. 28 del TU 81/2008, deve essere intesa come data di avvio delle attività di valutazione ai sensi delle presenti indicazioni metodologiche… e che “la programmazione temporale*** delle suddette attività di valutazione e l’indicazione del termine finale di espletamento delle stesse devono essere riportate nel documento di valutazione dei rischi …”.
INFOTEL ha detto…
Quali sono i principi generali ai quali deve attenersi la valutazione dello stress lavoro-correlato?

Per il documento del Coordinamento tecnico interregionale del febbraio 2012, “la valutazione non è finalizzata solo a stabilire il livello di rischio ma ad individuare le misure correttive e le azioni di miglioramento che possono essere intraprese. La valutazione del rischio è un processo che non si esaurisce in un unico momento, ma ne prevede vari: la valutazione vera e propria, l’individuazione di misure correttive, la pianificazione di un piano attuativo (chi deve fare cosa), la rivalutazione per verificare l’efficacia delle misure attuate”.

Per questo, la valutazione del rischio stress lavoro correlato:

è promossa e gestita dal datore del lavoro e/o dal top management;
l’oggetto della valutazione è l’organizzazione del lavoro e gli elementi che possono costituire fattori di stress lavoro-correlato e la loro percezione da parte dei lavoratori.

Il processo di valutazione a) “è orientato soprattutto a soluzioni di tipo collettivo e a forte valenza preventiva”, b) si impernia sulla partecipazione effettiva dei lavoratori attraverso un processo di coinvolgimento dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti (e con la garanzia della centralità di Rspp, medico competente, Rls); c) deve integrarsi nel processo complessivo di valutazione dei rischi e nel relativo documento ed inserirsi nel programma generale di prevenzione e protezione aziendale con il relativo piano attuativo.

* Artt. 6, c. 8, lett. m-quater), e art. 28, c. 1-bis) del TU 81/2008. “Le indicazioni, elaborate per la finalità individuata dal TU di valutare lo stress lavoro ¬correlato, secondo i contenuti dell’Accordo europeo dell’8 ottobre 2004, costituiscono il livello minimo di attuazione dell’obbligo, che deve essere soddisfatto in tutte le aziende pubbliche e private…”.
** La circolare ha preso in esame, esponendone i necessari rilievi ed interpretazioni, “ il quadro normativo di riferimento… le definizioni e le indicazioni generali… la metodologia (nella Vdr)”.
*** “Deve essere definito un piano con scadenze, percorso di valutazione, calendario di valutazione dei gruppi o partizioni.
L’avvio del processo di valutazione deve essere indicato nel DVR con data certa. La programmazione temporale delle attività deve essere effettivamente rispettata (salvo giustificazione oggettiva e documentata).
Nel processo di valutazione previsto non vi devono essere interruzioni ingiustificate”.
INFOTEL ha detto…
Siglato dalla Provincia di Prato, da tutti i Comuni del territorio e dalla Asl 4 un protocollo d’intesa per la realizzazione di linee guida finalizzate alla valorizzazione del criterio della sicurezza sul lavoro nelle gare d’appalto, dell’offerta economicamente più vantaggioso e non del massimo ribasso.

Il patto avrà durata triennale e oltre alla sicurezza, si interesserà anche di valorizzare la sostenibilità ambientale e sociali dei servizi. Frutto di un lungo lavoro che ha riunito oltre agli enti citati, Inail, ordini professionali, associazioni economiche, sindacati.
INFOTEL ha detto…
I lavoratori italiani sono tra i più insoddisfatti d'Europa: lo rivela l'ultima indagine Eurobarometro pubblicata oggi, che esamina come la crisi abbia inciso sulla qualità del lavoro. Del campione italiano ascoltato da Eurobarometro (circa mille interviste), il 73% reputa "negative" le proprie condizioni di lavoro, e l'85% ritiene che siano peggiorate con la crisi negli ultimi cinque anni.

Dati molto al di sotto della media europea: il 43% dei cittadini Ue ritiene di lavorare in condizioni negative, e il 53% crede sia un fenomeno degli ultimi anni. I più insoddisfatti d'Europa sono i greci: soltanto il 16% considera soddisfacenti le sue condizioni di lavoro, e lo stesso vale per croati (18%), spagnoli (20%), bulgari (31%).

Ma quando si parla di orario, salute e sicurezza sul lavoro, le cifre si ribaltano: il 79% degli italiani è soddisfatto del suo orario, così come l'80% dei cittadini Ue, e il 70% di italiani giudica positivo l'equilibrio tra lavoro e vita privata. Inoltre, l'86% ritiene che vengano prese misure per sicurezza e salute (contro una media Ue di 76%).

Infine, i lavoratori che stanno meglio sono tutti al Nord: oltre l'80% degli intervistati in Danimarca, Lussemburgo, Finlandia e Paesi Bassi considera soddisfacenti le condizioni di lavoro nel proprio paese. La Danimarca occupa nuovamente il primo posto, con il 94% dei lavoratori soddisfatto.
INFOTEL ha detto…
Processi mediatici e, forse ancor più, capi di imputazione che hanno richiamato i protagonisti alle loro responsabilità spiccano tra i fattori che hanno cambiato l'approccio alla salute e sicurezza sul lavoro nel nostro paese. I dati Inail dicono che le denunce di infortunio con esito mortale sono state 1.624 nel 2008, 1.534 nel 2009, 1.483 nel 2010, 1.367 nel 2011, 1.296 nel 2012. Un trend in calo evidente. Anno su anno, nel 2009 i calcoli fanno parlare di un -5,54%, nel 2010 di un -3,32%, nel 2011 di un -7,82%, nel 2012 di un -5,19%. Dei dati del 2013 si parlerà lunedì in occasione della giornata mondiale della salute e sicurezza sul lavoro organizzata da Inail e Ilo, ma come anticipano fonti autorevoli si può già dire che sono ancora una volta in forte calo.
Per spiegare questo andamento l'avvocato generale dell'Inail, Luigi La Peccerella, dice che non si può individuare una sola causa. «C'è un'incidenza della minore occupazione che però non basta da sola a spiegare il fenomeno», dice. «C'è stata una contrazione delle attività in edilizia, un settore particolarmente a rischio, ma anche questo non basta», continua. «C'è una maggiore attenzione alla cultura della sicurezza. L'obiettivo che ci si era prefissi con il decreto legislativo 81 del 2008 era dare concretezza ed effettività alla normativa prevenzionale, ma anche un intervento legislativo non è da solo sufficiente», prosegue La Peccerella. Non è sufficiente, da sola, nemmeno la formazione su cui le imprese anche in collaborazione con l'Inail (dal 2010 c'è un bando annuale per il finanziamento dei progetti per il miglioramento delle condizioni e delle misure di salute e sicurezza) hanno fatto un grande lavoro.
«L'attenzione collettiva alla tragedia della Thyssen ha avuto i suoi effetti – spiega La Peccerella –. È stata la più eclatante, ma non la sola. C'è anche il processo Eternit legato all'uso dell'amianto che è stato molto significativo, i processi Fincantieri riguardanti diversi siti e relativi a casi di mesoteliaoma pleurico, per non parlare del processo Ilva Italsider per i decessi per amianto e per il danno ambientale». L'importanza di questi processi è di ordine tecnico. Ma non solo. Non dimentichiamo infatti che «nel processo Thyssen in primo grado venne contestato il reato di omicidio doloso – ricorda La Peccerella –. Adesso l'imputazione è di omidicio colposo. Tutto questo ha richiamato molto l'attenzione sulle responsabiltà dei protagonisti. Nel processo Eternit, poi, sono stati contestati reati che sono previsti dal nostro codice penale ma che raramente venivano applicati. I reati contestati agli imputati erano disastro e omissione dolosa di misure atte a prevenire infortuni sul lavoro. Anche qui si sottolinea che non sempre si può dire che gli infortuni sono la conseguenza di una fatalità o di una mera disattenzione». I richiami a un atteggiamento responsabile sono stati resi molto rumorosi sia dai capi di imputazione, che dai processi. E questa volta non è stato molto rumore per nulla.
INFOTEL ha detto…
Solo poco più della metà dei lavoratori europei percepisce come soddisfacenti le condizioni di lavoro nel proprio paese (53%), ma la maggioranza (57%) ritiene comunque che queste siano peggiorate negli ultimi 5 anni. È questo il risultato di un'indagine Eurobarometro pubblicata oggi, che esamina come la qualità del lavoro è stata colpita dalla crisi. Sebbene la maggior parte dei lavoratori sia soddisfatta delle proprie condizioni di lavoro (mediamente il 77% nell'Ue), si registra una profonda disparità tra gli Stati membri, con percentuali che oscillano tra il 94% della Danimarca e il 38% della Grecia. Bassa anche la soddisfazione dei lavoratori italiani (in Italia appena il 25%). In generale, la maggior parte dei lavoratori esprime un elevato livello di soddisfazione sul piano dell'orario di lavoro (80%) e della salute e sicurezza sul lavoro (85%).
«Proteggere e promuovere le condizioni di lavoro - ha spiegato László Andor, Commissario Ue per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione - significa prenderci cura del nostro capitale umano. Abbiamo un notevole patrimonio in termini di normative e politiche intese a garantire buone condizioni di lavoro che consentono di conseguire elevati livelli di soddisfazione tra i lavoratori europei. Ma si teme anche, e si tratta di un rischio reale, che le condizioni di lavoro risentiranno della crisi economica. Insieme con gli Stati membri e le organizzazioni di lavoratori e datori di lavoro dobbiamo rinnovare i nostri sforzi per mantenere e migliorare le condizioni di lavoro».
Dall'indagine Eurobarometro, effettuata nei 28 Stati membri, emerge che:
oltre l'80% degli intervistati in Danimarca, Lussemburgo, Finlandia e Paesi Bassi considera soddisfacenti le condizioni di lavoro nel proprio paese. A livello dei singoli lavoratori, la Danimarca occupa nuovamente il primo posto, con il 94% dei lavoratori soddisfatto delle proprie condizioni di lavoro; Austria e Belgio sono secondi in graduatoria con 9 lavoratori su 10 soddisfatti, seguiti a ruota da Finlandia (89%), Regno Unito ed Estonia (88% in entrambi i paesi); all'estremo opposto, la Grecia ha registrato il grado di soddisfazione più basso a livello nazionale (16%) ed è l'unico paese in cui meno della metà degli intervistati è soddisfatto delle proprie condizioni di lavoro attuali (38%);
in misura minore, il grado di soddisfazione a livello nazionale risulta basso in Croazia (18%), Spagna (20%), Italia (25%), Bulgaria (31%), Slovenia, Portogallo e Romania (32% in ciascun paese), ma anche in Slovacchia (36%) e in Polonia (38%).
INFOTEL ha detto…
La recente sentenza della Cassazione 2455/14 sulla sicurezza dei cantieri, registrata il 4 febbraio, ribadisce precedenti pronunce e approfondisce alcuni aspetti degli incidenti relativi alle lavorazioni sulle impalcature o ponteggi.

La vertenza riguarda un incidente per la caduta da un’impalcatura di un lavoratore che stava montando il ponteggio per l’esecuzione di lavori di riparazione ad un viadotto.

In prima istanza il datore di lavoro è stato condannato dal Tribunale di Trapani a ripagare il lavoratore del danno subito. Ma la Corte d’Appello ha deciso che il datore deve pagare solo il 70% del danno, essendovi concorso di colpa da parte del lavoratore. Contro questa riduzione il lavoratore ha fatto ricorso alla Corte di Cassazione che ha annullato la sentenza della Corte d’appello rinviando alla stessa l’esame della questione.

Occorre premettere che in questa sede si fa riferimento solo alle parti della sentenza che riguardano la sicurezza sui cantieri temporanei o mobili. Inoltre occorre sottolineare che la sentenza non fa menzione della presenza del coordinatore per la sicurezza e della sue eventuali responsabilità. È da ritenere che la nomina del coordinatore non fosse richiesta trattandosi di cantiere con una sola impresa.
INFOTEL ha detto…
Lunedì 28 aprile 2014, Cgil, Cisl, Uil e Ugl prenderanno parte alla Giornata Mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro, che verrà celebrata lunedì 28 aprile. Anche ad Avellino, presso le sedi provinciali dei sindacati saranno esposte le bandiere a mezz'asta, nastrate a lutto e sarà organizzato un sit-in presso il palazzo di Governo, per testimoniare la mobilitazione dei sindacati e sensibilizzare le istituzioni sul tema dell'amianto. In Irpinia, alla luce della vicenda dell'ex Isochimica, l'iniziativa assume un valore particolare ed il sindacato unitariamente ha inteso organizzare la mobilitazione e la partecipazione con impegno e convinzione.
Già il coordinamento regionale unitario sull'amianto, lo scorso 10 dicembre, ha chiesto al comitato regionale sulla Salute e sicurezza presieduto dall'assessore al Lavoro Severino Nappi, la realizzazione di una Conferenza regionale sul tema dell'amianto in Campania. "L'Irpinia ed Avellino vivono il dramma annoso dell'inquinamento da amianto - affermano i segretari provinciali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl- la nostra battaglia per il riconoscimento delle malattie professionali da amianto e per la bonifica del sito dell'ex Isochimica non avrà sosta e fine fin quando non verranno riconosciuti i diritti dei lavoratori e eliminato il pericolo dell'ex sito di Borgo Ferrovia".
"La manifestazione -concludono i segretari provinciali- deve vedere la partecipazione di tutti i cittadini, in quanto il problema dell'amianto non è solo di una parte della popolazione. Anche la Regione Campania deve assumere specifiche iniziative ed è per questo che a livello regionale sarà inoltrata richiesta al presidente Caldoro, per sollecitare la realizzazione in tempi brevi di una Conferenza regionale sul tema dell'amianto in Campania".
INFOTEL ha detto…
L’Inail, attraverso il suo Settore Ricerca, Certificazione e Verifica intende conferire 6 incarichi di collaborazione, di cui tre incarichi di ricerca e tre incarichi di supporto alla ricerca.

In particolare, come si legge sul sito, due incarichi sono destinati a laureati in Ingegneria della Sicurezza/Ingegneria Gestionale/ Ingegneria meccanica (laurea magistrale, specialistica o vecchio ordinamento):

Durata: fino al 1° maggio 2015, data di scadenza del progetto.
Luogo della prestazione: Inail – Settore Ricerca, Certificazione e Verifica – Dipartimento Tecnologie di Sicurezza – via Alessandria 220/E – Roma.
Somma annua lorda stanziata: euro 26.336,09 ciascuno (comprensivo degli oneri a carico del committente).
Conoscenze specifiche: buona conoscenza dei modelli di organizzazione e gestione della sicurezza e dei requisiti del D.lgs. 81/08; conoscenza delle norme sui sistemi di gestione della sicurezza e salute negli ambienti di lavoro con particolare riferimento al settore ospedaliero (OHSAS 18001 e linee guida UNI); esperienza documentata in attività di ricerca e studio nelle aree della sicurezza del lavoro.
INFOTEL ha detto…
Dalle indagini avviate dalla procura di Trani emerge che le imprese hanno dimezzato le spese per la sicurezza sul lavoro e che gli impianti (come l'antincendio) spesso non funzionano. Lo ha è stato riferito il pm di Trani, Antonio Savasta, durante il comitato per l'Ordine e la sicurezza pubblica svoltosi nella prefettura di Bari dopo la morte di due operai in un incidente sul lavoro a Molfetta. Per l'incidente sono indagate 4 persone, tutte dell'impresa 'Di Dio' in cui morirono i due lavoratori.
INFOTEL ha detto…
Secondo l’Inail, nel 2012, ultimi dati disponibili, sono state registrate 745 mila denunce di infortuni per cause di lavoro; rispetto al 2011 si ha una diminuzione di circa il 9%; sono il 23% in meno rispetto al 2008. Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono circa 500 mila (più del 18% sono invece “fuori dell’azienda”, cioè “con mezzo di trasporto” o “in itinere”). Il conto dei morti continua, in ogni caso: si tratta di 3,5 morti al giorno. Delle 1.296 denunce di infortunio mortale, gli infortuni accertati “sul lavoro” sono 790 (di cui più del 50% “fuori dell’azienda”, sono 409): anche se i 25 casi ancora in istruttoria fossero tutti riconosciuti “sul lavoro” si avrebbe una riduzione del 6% rispetto al 2011 e del 27% rispetto al 2008. La distinzione rispetto alla localizzazione dell’infortunio è rilevante, per meglio giudicare e calibrare le politiche di prevenzione. I costi della non sicurezza restano alti. Gli infortuni sul lavoro hanno causato più di 12 milioni di giornate di inabilità con costo a carico dell’Inail: in media 80 giorni per infortuni che hanno provocato menomazione, 19 giorni in assenza di menomazione.
INFOTEL ha detto…
Prima, nella notte del 6 dicembre 2007, il dramma del rogo e dei sette operai morti. Poi il timore che la sentenza di primo grado, con pene pesanti per "omicidio volontario con dolo eventuale", potesse mettere in fuga potenziali investitori. Torino e il Piemonte avevano vissuto la vicenda della ThyssenKrupp come un doppio problema: la sicurezza sul posto di lavoro e la sicurezza di avere un posto di lavoro. La tragedia delle famiglie delle vittime e la paura che una sentenza di dura condanna scoraggiasse gli imprenditori, soprattutto quelli in arrivo dall'estero.
Non è andata così. Gianfranco Carbonato, presidente di Confindustria Piemonte, assicura che i timori per una fuga delle aziende straniere – presenti o potenzialmente in arrivo – sono durati poco, «solo a ridosso della prima sentenza, considerata eccessiva da qualcuno, poi non se n'è più parlato, neppure in Germania».
Resta quella che Piero Fassino, sindaco di Torino, definisce come una ferita per la città: «Non sarà possibile in alcun modo lenire il dolore per quelle morti». Un dramma per le famiglie, per Torino, per la tradizione industriale di Torino. «Questa tragedia – prosegue il sindaco – ha di fatto segnato uno spartiacque tra un prima e un dopo, segnando indelebilmente una città che rimase attonita, ammutolita dal dolore e dallo sgomento».
Una città che aveva sempre fatto della sicurezza sul luogo di lavoro e delle condizioni di lavoro un tema civile e politico. E dove drammi come quello della ThyssenKrupp non avevano precedenti. Per Fassino l'impegno di tutti «deve essere ancora, e sempre, la garanzia della sicurezza sui luoghi di lavoro».
Anche Claudia Porchietto, assessore regionale al Lavoro, ribadisce che le preoccupazioni delle aziende non riguardano la sicurezza in quanto tale, ma la burocrazia e l'interpretazione delle norme, oltre alla certezze sui tempi. «Sul piano della sicurezza reale – prosegue Porchietto – gli investimenti sono aumentati ed è cresciuta l'attenzione e la consapevolezza, anche grazie ad iniziative come il Festival della sicurezza approdato anche a Torino.
Ma le montagne di carte inutili, che servono solo a sprecare tempo e denaro, rappresentano davvero un ostacolo, soprattutto per chi è abituato a confrontarsi con una burocrazia ridotta al minimo ma, non per questo, con minori impegni sul fronte della sicurezza sul lavoro».
Non è del tutto convinto Sergio Chiamparino, sindaco di Torino al momento della tragedia. «C'è voluta una tragedia di quelle dimensioni – ricorda – per far aprire gli occhi sul problema della sicurezza. E anche se ci sono stati miglioramenti, siamo ancora lontani da una situazione ottimale, non solo in Piemonte, ma in tutta Italia».
Quanto agli investimenti stranieri, se sono stati limitati – sostiene Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere – è solo per effetto della crisi, «non per paura della magistratura torinese».
Ma Giorgio Airaudo, ora parlamentare di Sel e all'epoca leader della Fiom, ribalta la prospettiva: «Non dobbiamo chiederci se le aziende straniere non vengono in Italia per paura di una legislazione sulla sicurezza che non è più pesante rispetto a quella degli altri Paesi europei; ma dobbiamo chiederci perché una multinazionale come la ThyssenKrupp riteneva di potersi comportare in Italia in maniera differente rispetto a quanto faceva in Germania». Per Airaudo la strage poteva, e doveva, essere evitata. E a suo avviso la sentenza di primo grado rispondeva maggiormente alla realtà dei fatti, «con un'azienda che, sino all'ultimo giorno prima della chiusura, cercava di spremere ogni centesimo di guadagno mettendo a rischio la vita stessa dei dipendenti».
INFOTEL ha detto…
È uscito pochi giorni prima della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro che si celebra il 28 aprile. Stiamo parlando di “Il libro che ti salva la vita – Un metodo per trasformare il mondo in un posto sicuro” che promette di illustrare il modo di prevenire rischi e pericoli salvaguardando la propria salute nella vita di tutti i giorni. Autori del volume, edito da Sperling & Kupfer (pagg. 192 – 16 euro), Sabatino De Sanctis e Davide Scotti.

Sabatino De Sanctis, medico, da venticinque anni lavora in Saipem, azienda del settore petrolifero, attiva in aree di frontiera e contesti ad alto rischio, dal 1994 è a capo del Dipartimento di Qualità, Salute, Sicurezza, Ambiente e Sostenibilità della stessa multinazionale. Davide Scotti è un manager della stessa società. Insieme De Sanctis e Scotti hanno sviluppato un programma di cambiamento culturale sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e di prevenzione sanitaria. Dalla visione di De Sanctis, in particolare è nata la Fondazione Lhs (Leadership in Healt and Safety) che si occupa di formazione e comunicazione nelle aziende e con i privati. Davide Scotti è Segretario generale della Fondazione.

I due autori del libro sono due uomini uniti da una sfida comune: battere la piaga degli incidenti sul lavoro. Per farlo, sperimentano una strada innovativa e fuori dagli schemi: messi al bando manuali e formulari, scelgono di agire sulle emozioni delle persone, di modificare per sempre la loro visione della salute e della sicurezza. Non solo al lavoro, ma anche nella vita di tutti giorni.
Con l’aiuto di esperti e psicologi mettono a punto un vero metodo salvavita che trasforma i livelli di attenzione e il modo di valutare rischi e pericoli. In auto, a casa, a scuola e nei luoghi di lavoro.

Le cifre sembrano dare ragione a Sabatino De Sanctis e Davide Scotti: il numero di incidenti sul lavoro, quando viene applicata questa formula, cala in maniera drastica. Un “virus” che finora ha coinvolto e contagiato oltre 100mila persone. Perché - ed è questo il primo messaggio che emerge in un libro pieno di storie vere, a volte sconvolgenti - anche le persone intelligenti si fanno male sul lavoro e fuori dal lavoro. Ed è andando quindi a individuare quegli ostacoli che resistono nelle menti e nei cuori di fronte alla possibilità di prevenire ed evitare i comportamenti che generano incidenti, e facilitandone la rimozione, gli autori con stile diretto e anticonvenzionale arrivano a includere nel metodo lo stile di vita, quello alimentare, il tempo libero, la sicurezza di ogni giorno.
Il lettore è chiamato a un'introspezione ma viene anche chiamato a mettersi alla prova: come in una vera seduta motivazionale. Anche perché a volte siamo noi stessi a mettere in pericolo la nostra salute e la nostra sicurezza senza neanche rendercene conto. I troppi impegni, il poco tempo e molta distrazione ci impediscono di prenderci cura di noi stessi e degli altri a casa, al lavoro, a scuola, alla guida.
INFOTEL ha detto…
Si celebrerà il 28 aprile prossimo la Giornata mondiale per la salute e per la sicurezza sul lavoro e per l’occasione l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering ha rilasciato un rapporto relativo alle morti sul lavoro nel triennio 2011-2013. Secondo i dati elaborati sulla base di quelli Istat, la provincia di Ferrara passa, in soli tre anni, dal 92° posto del 2011 al 20° del 2013 per numero di lavoratori deceduti e incidenza sul totale degli occupati nelle varie province.

Se infatti nel 2011 sono stati registrati 2 morti sul lavoro su un totale di 159.328 occupati (con un incidenza di 12,6 su ogni milione di occupati) nel 2012 Ferrara ha raggiunto il triste picco di 8 morti (considerando il triennio) su 152.872 occupati (incidenza: 52,3) passando dal 92° posto al 15°. La situazione migliora leggermente nel 2013: a fronte di un numero di occupati rimasto immutato si sono registrati due morti in meno rispetto all’anno precedente che hanno permesso a Ferrara di scendere al 20° posto e di abbattere leggermente l’indice di incidenza (39,2) calcolato sul milione di occupati.

Dati che confermano quanto, anche a Ferrara, sia importante prestare attenzione, energie e risorse nella diffusione di una cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro. Per questo il 28 aprile è ormai da tempo una ricorrenza consolidata a livello internazionale e diventa un’occasione utile e preziosa per affrontare una delle più gravi emergenze che affliggono il nostro Paese. Soprattutto nel primo trimestre di quest’anno. Infatti, in Italia, dopo un biennio in cui si evidenziava un decremento del numero delle vittime in ambiente di lavoro ordinario (sono infatti esclude dal calcolo le morti in itinere e quelli dovuti alla circolazione stradale), tra gennaio e marzo invece la mortalità è tornata a crescere con un valore preoccupante (+ 25,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2013).
INFOTEL ha detto…
Prima, nella notte del 6 dicembre 2007, il dramma del rogo e dei sette operai morti. Poi il timore che la sentenza di primo grado, con pene pesanti per "omicidio volontario con dolo eventuale", potesse mettere in fuga potenziali investitori. Torino e il Piemonte avevano vissuto la vicenda della ThyssenKrupp come un doppio problema: la sicurezza sul posto di lavoro e la sicurezza di avere un posto di lavoro. La tragedia delle famiglie delle vittime e la paura che una sentenza di dura condanna scoraggiasse gli imprenditori, soprattutto quelli in arrivo dall'estero.

Non è andata così. Gianfranco Carbonato, presidente di Confindustria Piemonte, assicura che i timori per una fuga delle aziende straniere – presenti o potenzialmente in arrivo – sono durati poco, «solo a ridosso della prima sentenza, considerata eccessiva da qualcuno, poi non se n'è più parlato, neppure in Germania».
Resta quella che Piero Fassino, sindaco di Torino, definisce come una ferita per la città: «Non sarà possibile in alcun modo lenire il dolore per quelle morti». Un dramma per le famiglie, per Torino, per la tradizione industriale di Torino. «Questa tragedia – prosegue il sindaco – ha di fatto segnato uno spartiacque tra un prima e un dopo, segnando indelebilmente una città che rimase attonita, ammutolita dal dolore e dallo sgomento».

Una città che aveva sempre fatto della sicurezza sul luogo di lavoro e delle condizioni di lavoro un tema civile e politico. E dove drammi come quello della ThyssenKrupp non avevano precedenti. Per Fassino l'impegno di tutti «deve essere ancora, e sempre, la garanzia della sicurezza sui luoghi di lavoro».
Anche Claudia Porchietto, assessore regionale al Lavoro, ribadisce che le preoccupazioni delle aziende non riguardano la sicurezza in quanto tale, ma la burocrazia e l'interpretazione delle norme, oltre alla certezze sui tempi. «Sul piano della sicurezza reale – prosegue Porchietto – gli investimenti sono aumentati ed è cresciuta l'attenzione e la consapevolezza, anche grazie ad iniziative come il Festival della sicurezza approdato anche a Torino.

Ma le montagne di carte inutili, che servono solo a sprecare tempo e denaro, rappresentano davvero un ostacolo, soprattutto per chi è abituato a confrontarsi con una burocrazia ridotta al minimo ma, non per questo, con minori impegni sul fronte della sicurezza sul lavoro».
Non è del tutto convinto Sergio Chiamparino, sindaco di Torino al momento della tragedia. «C'è voluta una tragedia di quelle dimensioni – ricorda – per far aprire gli occhi sul problema della sicurezza. E anche se ci sono stati miglioramenti, siamo ancora lontani da una situazione ottimale, non solo in Piemonte, ma in tutta Italia».

Quanto agli investimenti stranieri, se sono stati limitati – sostiene Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere – è solo per effetto della crisi, «non per paura della magistratura torinese».
Ma Giorgio Airaudo, ora parlamentare di Sel e all'epoca leader della Fiom, ribalta la prospettiva: «Non dobbiamo chiederci se le aziende straniere non vengono in Italia per paura di una legislazione sulla sicurezza che non è più pesante rispetto a quella degli altri Paesi europei; ma dobbiamo chiederci perché una multinazionale come la ThyssenKrupp riteneva di potersi comportare in Italia in maniera differente rispetto a quanto faceva in Germania». Per Airaudo la strage poteva, e doveva, essere evitata. E a suo avviso la sentenza di primo grado rispondeva maggiormente alla realtà dei fatti, «con un'azienda che, sino all'ultimo giorno prima della chiusura, cercava di spremere ogni centesimo di guadagno mettendo a rischio la vita stessa dei dipendenti».
INFOTEL ha detto…
Il campo di applicazione del Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (D.Lgs. 81/2008) riguarda tutti i principali contesti di lavoro.
Tuttavia vi sono contesti che vengono più spesso analizzati, in relazione ai rischi e alla prevenzione e tutela della salute e sicurezza, e altri di cui si parla molto di meno e che rischiano di apparire erroneamente contesti completamente sicuri.

Presentiamo oggi una serie di documenti prodotti nel 2010 che, benché non aggiornati alla normativa di questi ultimi anni, sono tra i pochi ad affrontare il tema della sicurezza in un contesto lavorativo poco conosciuto: gli studi legali.
Si tratta di documenti pubblicati sul sito dello Studio Baldin Euroquality e che fanno riferimento a un corso - in quattro puntate pubblicate sulla rivista “ Ventiquattrore Avvocato” – che fornisce spunti informativi di base sugli aspetti normativi che “occorre conoscere per adeguare lo Studio legale alle prescrizioni di sicurezza, suggerendo anche soluzioni operative e testimonianze dirette, per lo sviluppo di buone prassi e metodologie organizzative utili alla gestione dei correlati adempimenti”.
INFOTEL ha detto…
Lunedì prossimo, 28 aprile, sarà la Giornata Mondiale per la salute e la sicurezza del lavoro. E quest'anno, nel mese di settembre, ricorrerà il ventesimo anniversario della legge 626. “Se mettiamo a confronto le risorse impegnate in questi 20 anni e i risultati raggiunti, il bilancio non è certamente positivo. Da qui bisogna ripartire per progettare e fare qualcosa di diverso e migliore”.
Questa la valutazione di MarcoRossi, responsabile del Dipartimento sicurezza della Cgil di Arezzo e Presidente del Coordinamento Comitati Provinciali Inail Toscana.
Una valutazione che nascedall’analisi dei dati. Anche a livello locale: “in provincia di Arezzo il numero degli infortuni sul lavoro è purtroppo stabile da molti anni. Circa 5mila all’anno a fronte di una gravissima crisi economica che ha ridotto imprese ed occupati. Le malattie professionali sono addirittura in aumento: da 502 nel 2012 a620 nel 2013. Con un’accentazione molto grave nel settore agricolo”.
La situazione non migliora e alcuni problemi “storici” sono sempre sul tappeto. “Non è un caso – continua Marco Rossi – che la giornata nazionale del 28 aprile sia stata dedicata al tema dell'amianto per chiedere lo sblocco del relativo Piano Nazionale che prevede la sorveglianza e la cura sanitaria dei cittadini ex-esposti e esposti, l'incremento degli ambulatori sanitari in tutti i capoluoghi di Provincia, il monitoraggio per le opere di bonifica e smaltimento, la tutela della salute dei lavoratori addetti alle bonifiche e quella del danno biologico e previdenziale dei lavoratoriex-esposti”.
Secono i dati Arpat, la situazione in Toscana è migliore rispetto ad altre regioni. “Ma c’è ancora molto da fare in particolare verso coloro che sono stati a contatto nel passato con questo materiale – afferma Rossi. E questo problema si lega a quello, più generale, del rischio chimico, problema emergente che apre una profonda riflessione sulle malattie professionale che ne derivano considerato in particolare l'enorme evoluzione che portano l'innovazioni tecnologiche”.

Tra i temi della GiornataMondiale, quest’anno, c’è anche lo stress da lavoro correlato sul quale viene aperta una campagna europea di prevenzione per il 2014/2015: “la crisi socio-economica ha peggiorato le relazioni umane, privilegiando l'individualismo e troppo spesso nei luoghi di lavoro si vive la solitudine che rappresenta una delle piaghe anche dal lato sociale. E che amplifica gli enormi disagi che già dobbiamo sopportare dal lato economico. In Cgil Arezzo opera ormai da tempo lo sportello dell'art 4 che offre assitenza in questo campo con risultati degni di rilievo”.
Tra le azioni da intraprendere o rafforzare in tema disalute e sicurezza del lavoro c’è la formazione. La collaborazione tra Inail, Asl 8 e Provincia di Arezzo ha resopossibile la programmazione di risorse provinciali del Fondo Sociale Europeo. 50mila euro saranno destinati alla realizzazione di seminari sull’uso delle macchine agricole, per il taglio boschivo e l’uso dei prodotti fitosanitari. Identica cifra sarà utilizzata per rafforzare la percezione del rischio all’interno del processo di valutazione ed un approfondimento sulle malattie professionali. Le prime azioni saranno riservate ai lavoratori del settore agricolo e forestale; le altre attività a tutti i lavoratori degli altri settori.
“Questi bandi – conclude MarcoRossi - rappresentano nel migliori dei modi l'applicazione del “Polo della salute e sicurezza” sancito nel testo unico del 2008, dove tutti partecipano con l'Inail al centro del sitema di prevenzione e tutela. E questo senza costi aggiuntivi per le imprese. Deve essere affermato il principio che la sicurezza nei luoghi di lavoro può non essere un costo. Basta pensare all'esperienza effettuata con l’accordo del 2007 conl'Associazione degli industriali sul sistema di gestione della sicurezza all'interno dei luoghi di lavoro che ha portato risultati positivi apprezzati anche a livello nazionale”.
INFOTEL ha detto…
Nella notte tra il 5 e il 6 Dicembre del 2007, morivano a Torino sette operai dell’acciaieria Thyssenkrupp. L’ennesima tragedia sul lavoro, ancora una volta vite spezzate e tanti dubbi sulle condizioni di sicurezza in cui quei lavoratori erano costretti ad operare nella fabbrica.
A pochi giorni dalla decisione della Cassazione, che ha disposto il rinvio degli atti alla Corte d'Assise d'Appello di Torino per la «rideterminazione delle pene» dei responsabili di quei fatti e in una fase elettorale per le Europee in cui più alta è l’attenzione dell’opinione pubblica, sia nel nostro Paese che nel Vecchio Continente, lancio la proposta che uno dei due giorni di quel dramma, il 5 o il 6 Dicembre, sia per sempre ricordato con l’obiettivo di richiamare tutte le sensibilità, istituzionali e sociali, sul fenomeno delle “morti bianche”. Una data in cui si possa meditare, al di là dei semplici e spesso solo ripetitivi riti di facciata, sul sacrificio delle vittime del lavoro, di tanta gente deceduta senza soluzione di continuità a causa delle condizioni non adeguate dei luoghi di lavoro.

Credo che la giornata in memoria di quelle persone non debba essere solo un “monumento” per non dimenticarle e per portare i fiori sulle loro tombe, ma un’occasione continua per farci capire che è arrivato il momento, e sarà comunque troppo tardi, per occuparsi seriamente di questo fenomeno, della carneficina che ogni anno si consuma nelle fabbriche, nei cantieri e in tanti altri luoghi dove si produce e, spesso, si pensa solo ed esclusivamente al profitto aziendale e poco alla tutela delle vite umane.
Nel nostro Paese, dopo solo quattro mesi del 2014, sono già circa 170 i morti per infortuni sui luoghi di lavoro, +20,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2013. In Italia, purtroppo, si registra il più alto numero di morti sul lavoro tra i Paesi dell’Unione europea. Sì, abbiamo questo triste primato: da noi si muore di più di lavoro. Nel settore della sicurezza sul lavoro, l’Europa è impegnata oramai da diversi anni, indicando livelli operativi vincolanti, ma non di rado sono di fatto resi inefficaci dalla non adeguata verifica degli organi di controllo. Tra l’altro, bisogna insistere sul concetto che gli incidenti e le malattie professionali hanno ripercussioni inevitabili per le aziende a livello di costi da sostenere. Gli investimenti sui temi della sicurezza sono di lungo periodo e, come spesso segnalato dalla Unione europea, riguardano “azioni razionali e non solo deontologiche”.

In questi anni non sono mancate le denunce alla Commissione europea sulla conformità del recepimento in Italia della direttiva 89/391 della Cee sulla sicurezza e la salute dei lavoratori, tanto che la Commissione ha persino approvato il progetto di costituirsi in mora contro lo Stato italiano. C’è ancora un forte impegno da mettere in pratica sulla strada per attenuare la deresponsabilizzazione del datore di lavoro: dalla tragedia della Thyssenkrupp ad oggi, i decessi dovuti alla scarsa osservanza delle norme per la sicurezza non si sono arrestati. Siamo tutti responsabili di quanto continua ad accadere, come classe politica che non si adopera per quello che dovrebbe, e come cittadini nel momento siamo distanti da questo problema e poco sensibili.

Rivolgo un appello a tutti coloro che sono impegnati in questa campagna elettorale per le Europee a farsi carico di un’azione seria e convinta per invertire la rotta sulle questioni della sicurezza nei luoghi di lavoro. Ci si occupi, in particolare, dei problemi legati alla completa emanazione dei provvedimenti di attuazione del Testo Unico, sino alle difficoltà che registrano le attività ispettive e alla necessità di regole per la tutela di alcuni settori quali i trasporti e l’agricoltura
INFOTEL ha detto…
«Vogliamo realizzare a Molfetta un Osservatorio sulla Sicurezza sul Lavoro, che possa collaborare attivamente con il tavolo permanente istituito in Prefettura». L’assessore allo sviluppo economico e al lavoro, Francesco Bellifemine, ha comunicato questa iniziativa del Comune di Molfetta ieri mattina nel corso del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza.

La riunione è stata convocata dal Prefetto Antonio Nunziante con il procuratore di Trani, Carlo Maria Capristo per fare il punto sullo stato della sicurezza sui luoghi di lavoro dopo la morte dei due operai all’ittica “Di Dio” l’8 aprile scorso. Per il Comune di Molfetta sono intervenuti anche l’assessore alla sicurezza e vicesindaco Bepi Maralfa e l’assessore all’ambiente Rosalba Gadaleta.

«Sul territorio cittadino –ha spiegato Bellifemine– sono registrate quasi 5 mila aziende di vario tipo: dal commercio alle industrie, senza calcolare i cantieri aperti in città, nell'agro e le partite IVA. Il controllo di tutte queste realtà sarebbe immane. Per questo bisogna agire sul piano della prevenzione partendo da una mappa delle attività più a rischio. Sarà tra i compiti dell’Osservatorio. Oggi abbiamo colto l’occasione per chiedere la collaborazione dell’Ispettorato del lavoro e del Prefetto perché al momento l'INAIL non ha ancora reso note le statistiche ufficiali del 2013. Fondamentale sarà poi il coinvolgimento delle aziende, dei sindacati e dei lavoratori».

«Partiremo –conclude l’assessore– da un rafforzamento dei controlli interni su tutti i cantieri pubblici del Comune di Molfetta e esigendo il massimo rispetto delle norme di sicurezza alle società partecipate Asm, Multiservizi e Mtm che impiegano oltre 200 lavoratori. Una buona cultura del lavoro si costruisce non considerando la sicurezza un costo, ma una garanzia».
INFOTEL ha detto…
Dalle indagini avviate dalla procura di Trani, a seguito anche di incidenti sul lavoro avvenuti tra il 2010 e il 2012, emerge che le imprese hanno dimezzato le spese per la sicurezza sul lavoro e che gli impianti (primo tra tutti l’antincendio), che devono essere funzionanti per legge, assai spesso non funzionano.

E’ quanto è stato riferito dal pm del tribunale di Trani, Antonio Savasta, nel corso del comitato per l’Ordine e le sicurezza pubblica svoltosi nella prefettura di Bari dopo la morte di due operai, padre e figlio, annegati in un tombino l’8 aprile scorso a Molfetta (Bari) in un incidente sul lavoro.

A seguito della crisi, inoltre, molte imprese oggetto degli accertamenti dei pm tranesi hanno una ”pessima attenzione” verso l’emissione di sostanze tossiche che si sprigionano nei luoghi di lavoro durante il ciclo produttivo e non tutelano affatto i lavoratori.

Inoltre – secondo quanto si è saputo – soprattutto per le aziende che operano nelle zone artigianali, le autorizzazioni rilasciate non sono conformi con l’attività effettivamente svolta, oppure capita che l’impresa avvii la propria attività sulla base di autorizzazioni parziali. Criticità sarebbero state riscontrate negli sportelli delle attività produttive dei Comuni in cui si trovano le aziende interessate dalle indagini penali.

Questi uffici – a quanto viene riferito – non farebbero controlli per accertare se l’attività svolta dalle imprese è compatibile con le autorizzazioni rilasciate. Per questo la prefettura potrebbe chiedere ai Comuni di riqualificare il personale addetto agli sportelli delle attività produttive e chiedere verifiche ai vigili urbani. Infine, a breve sarà avviata una ‘moral suasion’, che terminerà probabilmente con la sigla di un protocollo, con la quale le aziende saranno invitate a mettersi in regola secondo un crono-programma per evitare la chiusura.

Dai controlli fatti dalla Guardia di Finanza in provincia di Bari emerge che nel 2013 sono stati scovati 510 lavoratori ‘in nero’, 101 irregolari e sanzionati 251 datori di lavoro. Nel primo trimestre del 2014 i lavoratori in nero sono stati 109, gli irregolari 11, i datori di lavori sanzionati 31.
INFOTEL ha detto…
Le recenti vittime della strada, a partire dal giovane operaio romeno, Adrian Marius Gogorici morto a seguito di un incedente stradale con il furgone aziendale il 7 aprile scorso per la Filmcams-Cgil apre uno suqarcio nel fenomeno degli infortuni sul lavoro.

Un episodio – scrive il sindacato in una nota – che rischia di espandersi a macchia d’olio. Per questo la Filcams-Cgil sottolinea l’aspetto della sicurezza sui luoghi di lavoro. Il furgone sul quale viaggiava l’operaio infatti era di proprietà dell’imprenditore titolare dell’azienda per la quale l’operaio lavorava e quindi l’incidente rientrerebbe – secondo il sindacato – in un contesto di infortunio sul lavoro.

“Bentrovata Cgil per esservi accorti che certi incidenti stradali nulla hanno da ‘invidiare’ con quelli che avvengono sui luoghi di lavoro”, gli replica il rappresentate ferrarese dell’associazione Fernando Paglierini, Luigi Ciannilli -. “Il nesso causale infatti – aggiunge Ciannilli – è sempre stato evidente”.
INFOTEL ha detto…
Coinvolgere tutti i dipendenti e i datori di lavoro. Questo il punto di partenza per una corretta valutazione del rischio da stress di lavoro correlato in un'azienda. E' quanto emerge da un documento del Coordinamento tecnico interregionale per la prevenzione sui luoghi di lavoro, un vero e proprio vademecum che indica un percorso orientato verso l'eliminazione o riduzione al minimo dei fattori del rischio. La valutazione aziendale deve essere eseguita con riferimento a tutti i lavoratori, compresi dirigenti e preposti e deve prendere in esame non singoli ma gruppi omogenei di lavoratori che risultano esposti a rischi dello stesso tipo.

La valutazione si articola in due fasi: quella preliminare, necessaria, e quella eventuale che si deve attivare quando, precisa il Coordinamento tecnico interregionale per la prevenzione sui luoghi di lavoro, la valutazione preliminare riveli elementi di rischio e quando le misure di correzione adottate in seguito alla prima valutazione, si rivelino inefficaci.La valutazione preliminare consiste nella rilevazione di indicatori: oggettivi, verificabili, e dove possibile numericamente apprezzabili, appartenenti a determinati eventi. Innanzitutto a eventi sentinella, come indici infortunistici, assenze per malattia, turnover, procedimenti e sanzioni, segnalazioni del medico competente, specifiche e frequenti lamentele formalizzate da parte dei lavoratori.

E' poi necessario tenere presenti anche i cosiddetti fattori di contenuto del lavoro come l'ambiente di lavoro ed attrezzature, carichi e ritmi di lavoro, orario di lavoro e turni, corrispondenza tra le competenze dei lavoratori e i requisiti professionali richiesti. Oltre ai fattori di contesto del lavoro, cioè al ruolo nell'ambito dell'organizzazione, autonomia decisionale e controllo, conflitti interpersonali, evoluzione e sviluppo di carriera e comunicazione. In relazione alla valutazione dei fattori di contesto e di contenuto occorre poi sentire i lavoratori e il responsabile per la sicurezza dei lavoratori. Nelle aziende di maggiori dimensioni è possibile sentire un campione rappresentativo di lavoratori.
INFOTEL ha detto…
Sicurezza sul lavoro per tutti, e a costo zero. Una tematica quanto mai importante, che è alla base dell’iniziativa in programma giovedì 17 aprile, dalle ore 9 alle ore 13, nella sala dei Grandi del palazzo della Provincia di Arezzo. All’iniziativa, dopo il saluto del Presidente della Provincia, interverranno la dottoressa Sabrina Tartaglia, Direttore INAIL Arezzo, Marco Rossi, Presidente Co.Co.Pro. INAIL di Arezzo, il dottor Domenico Sallese e l’ingegner Gherardo Cavigli dell’ASL 8. In occasione del compimento dei venti anni dall’introduzione della legge 626 che ha trasformato la concezione e l’impatto delle politiche della sicurezza sui luoghi di lavoro, l’obiettivo è quello di fare il punto della situazione complessiva, anche alla luce delle dinamiche infortunistiche in un mondo del lavoro in forte crisi ed in veloce evoluzione. La collaborazione sinergica dell’INAIL di Arezzo con l’Azienda USL 8 e la Provincia ha reso possibile la programmazione di risorse provinciali del Fondo Sociale Europeo per promuovere ed incentivare la cultura della sicurezza sul lavoro. In particolare, 50.000 euro saranno destinati alla realizzazione di seminari sulla tematica dell’uso delle macchine agricole, delle macchine per il taglio boschivo e l’uso dei prodotti fitosanitari. Altri 50.000 euro saranno utilizzati per rafforzare la percezione del rischio all’interno del processo di valutazione ed un approfondimento sulle malattie professionali. Le prime azioni saranno riservate ai lavoratori del settore agricolo e forestale; le altre attività a tutti i lavoratori degli altri settori. Un’azione trasversale ai settori riguarderà il miglioramento della comunicazione per prevenire lo stress. L’obiettivo è quello di realizzare complessivamente 80 percorsi su tutto il territorio provinciale, coinvolgendo almeno 1500 lavoratori entro giugno 2015. In questo modo il territorio intende fornire una risposta pratica ed efficace ad una tematica grave ed attuale quale quello della sicurezza nel settore agricolo-forestale nonché la prevenzione attraverso il miglioramento della percezione del rischio
INFOTEL ha detto…
Il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Luigi Scardaone, ha fatto sapere in una nota ufficiale che ha provocato sia piacere che preoccupazione il recente intervento del Capo dello Stato riguardo il tema della sicurezza sul lavoro. La salute in azienda e la sicurezza sul lavoro non possono essere statisticamente trattati come il pollo che mediamente ogni cittadino dovrebbe mangiare, e allora “ci sentiamo in dovere e in diritto di chiedere a chi ha il compito di elaborare statistiche così delicate di non ‘dare i numeri’, facendo assumere al dato del calo dei morti per infortunio sul lavoro quasi una realtà salvifica per tante coscienze”.
Il sindacalista ha anche svelato che quando di elaborano numeri così delicati i dovrebbe aver presente un dato ineluttabile: nel 2009 si sono avute 918.146.733 ore di cassa integrazione, con una platea di lavoratori interessati di 450.072 (rapportati al tempo pieno), mentre nel 2008 i lavoratori interessati alla cassa integrazione sia ordinaria che straordinaria erano in tutto 109.391. Lo stacco tra 2008 e 2009 sarebbe ancora maggiore in considerazione del fatto che l’impiego a tempo parziale per certi settori è ormai la regola: “Se andiamo infatti a rapportare il numero dei caduti sul lavoro con la presenza in azienda, noi vedremmo che la percentuale risulterebbe sforata di quasi il 10%. Sul lavoro, fortunatamente, ci sono stati meno morti solo e soltanto perché ci sono stati meno lavoratori impiegati. E bene fa il Capo dello Stato ad ammonirci perché non abbiamo mai ad abbassare la guardia”.
INFOTEL ha detto…
In Sicilia sono otto i morti sul lavoro dall'inizio dell'anno alla fine di marzo, un numero che non include i decessi avvenuti durante gli spostamenti per raggiungere il posto di lavoro. Lo ricorda la Cgil Sicilia nella giornata mondiale per la salute e la sicurezza del lavoro. Il sindacato espone oggi nella sua sede regionale la bandiera listata lutto per ricordare le morti bianche. "Mentre la crisi economica sta inducendo un abbassamento dei livelli di sicurezza e un non puntuale rispetto delle normative - dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro - si sconta una carenza del sistema dei controlli". Una situazione "non sostenibile", per Pagliaro, che chiede al governo regionale l'istituzione di "una task force sulla sicurezza sul lavoro, che punti in primo luogo a intensificare i controlli in tutti i settori". "Altro passaggio fondamentale - aggiunge Pagliaro - è la lotta senza quartiere lavoro nero, quello dove si annidano tutte le violazioni dei diritti a partire da quelli alla salute e alla sicurezza".

In occasione del ventesimo Anniversario della giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro, la Cisl siciliana interviene sul tema per voce di Santino Barbera, segretario generale della filca cisl sicilia e di luigi sbarra, segretario confederale nazionale cisl con delega all'industria, al mezzogiorno e alla sicurezza.

Per Barbera, "in sicilia c'è poco da festeggiare. Dall'inizio dell'anno a oggi ci sono otto vittime, un numero tragicamente elevato che dovrebbe imporre alle istituzioni e alla classe politica di agire subito". "In sicilia - ha detto - serve una politica con la p maiuscola che si occupi di combattere in modo puntuale il lavoro nero nelle costruzioni che ormai è pari a oltre il 50% degli occupati".

"I cantieri edili in regola - ha denunciato il segretario della filca siciliana - si possono contare sulle dita di una mano ma organismi competenti e classe politica, pur essendo a conoscenza del problema, non incentivano i controlli": né per affermare leggi e diritti dei lavoratori né per il recupero delle grosse sacche di evasione fiscale e contributiva che nei cantieri irregolari si annidano.

Sbarra, sostiene a sua volta che "i numeri degli infortuni sul lavoro in italia continuano a rimanere troppo alti per un paese civile". Sui temi della salute e della sicurezza, sottolinea il segretario confederale, "bisogna fare di più" con investimenti e risorse, attraverso la prevenzione e la formazione e con maggiori verifiche e rigorosi controlli. Inoltre, aggiunge sbarra
che occorre dare attuazione al più presto al decreto legislativo 81 del 2008 "per avere finalmente un quadro normativo di pieno sostegno in materia di tutela della salute sui luoghi di lavoro e per spezzare la lunga scia di morti, infortuni e malattie professionali"
INFOTEL ha detto…
Siglato dalla Provincia di Prato, da tutti i Comuni del territorio e dalla Asl 4 un protocollo d’intesa per la realizzazione di linee guida finalizzate alla valorizzazione del criterio della sicurezza sul lavoro nelle gare d’appalto, dell’offerta economicamente più vantaggioso e non del massimo ribasso.

Il patto avrà durata triennale e oltre alla sicurezza, si interesserà anche di valorizzare la sostenibilità ambientale e sociali dei servizi. Frutto di un lungo lavoro che ha riunito oltre agli enti citati, Inail, ordini professionali, associazioni economiche, sindacati.

Oltre a quanto descritto “intende anche favorire lo scambio di esperienze e competenze in materia di sicurezza nelle gare d’appalto tra i soggetti del settore pubblico e privato e prevede un costante monitoraggio dell’applicazione del protocollo, attraverso un gruppo di lavoro che, con l’eventuale contributo dell’Osservatorio sui contratti pubblici della Regione, potrà valutare l’esperienza e proporre integrazioni”.
INFOTEL ha detto…
Si celebrerà il 28 aprile prossimo la Giornata mondiale per la salute e per la sicurezza sul lavoro e per l’occasione l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering ha rilasciato un rapporto relativo alle morti sul lavoro nel triennio 2011-2013. Secondo i dati elaborati sulla base di quelli Istat, la provincia di Ferrara passa, in soli tre anni, dal 92° posto del 2011 al 20° del 2013 per numero di lavoratori deceduti e incidenza sul totale degli occupati nelle varie province.

Se infatti nel 2011 sono stati registrati 2 morti sul lavoro su un totale di 159.328 occupati (con un incidenza di 12,6 su ogni milione di occupati) nel 2012 Ferrara ha raggiunto il triste picco di 8 morti (considerando il triennio) su 152.872 occupati (incidenza: 52,3) passando dal 92° posto al 15°. La situazione migliora leggermente nel 2013: a fronte di un numero di occupati rimasto immutato si sono registrati due morti in meno rispetto all’anno precedente che hanno permesso a Ferrara di scendere al 20° posto e di abbattere leggermente l’indice di incidenza (39,2) calcolato sul milione di occupati.

Dati che confermano quanto, anche a Ferrara, sia importante prestare attenzione, energie e risorse nella diffusione di una cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro. Per questo il 28 aprile è ormai da tempo una ricorrenza consolidata a livello internazionale e diventa un’occasione utile e preziosa per affrontare una delle più gravi emergenze che affliggono il nostro Paese. Soprattutto nel primo trimestre di quest’anno. Infatti, in Italia, dopo un biennio in cui si evidenziava un decremento del numero delle vittime in ambiente di lavoro ordinario (sono infatti esclude dal calcolo le morti in itinere e quelli dovuti alla circolazione stradale), tra gennaio e marzo invece la mortalità è tornata a crescere con un valore preoccupante (+ 25,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2013).

Nel mese di marzo infatti sono state 42 le vittime . Erano 50 nei primi due mesi del 2014. Così la tragedia è praticamente raddoppiata e nella mappatura del dramma ad emergere sono Lazio, Veneto e Lombardia. Ed è proprio in Veneto e in Lombardia che si conta il maggior numero delle vittime del mese di marzo, rispettivamente con 7 e 6 decessi. Intanto la maglia nera per il primo trimestre va al Lazio (11 vittime), seguita dal Veneto (10), dalla Lombardia (9), da Sicilia, Piemonte ed Emilia Romagna (8), Toscana (6), Trentino Alto Adige (5), Marche, Puglia e Campania (4), Friuli Venezia Giulia, Calabria (3), Abruzzo, Sardegna e Liguria (2), Valle D’Aosta, Molise, Basilicata e Umbria (1).

Questa la geografia del dramma in termini ‘assoluti’ che cambia però quando si osserva l’incidenza della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa. Il risultato peggiore secondo le elaborazioni degli ingegneri dell’Osservatorio mestrino arriva dalla Valle D’Aosta con un’incidenza pari a 18,5 contro una media nazionale di 4,1. Seguita dal trentino Alto Adige (10,5), dal Molise (10,1) e dalle Marche (6,4). Il 34 per cento degli incidenti si è verificato nel settore agricolo, il 22,6 per cento nelle costruzioni, l’8,6 per cento nel settore dei trasporti, magazzinaggi e comunicazioni, il 6,5 per cento nel commercio ingrosso/dettaglio e il 5,4 per cento nella produzione e distribuzione/manutenzione di energia elettrica, gas, acqua.

La prima causa di morte è la caduta dall’alto (31 per cento dei casi del primo trimestre 2014), seguita dal ribaltamento di un mezzo/veicolo in movimento (20,4 per cento) e dallo schiacciamento (19,4 per cento). Guardando alle classifiche provinciali è Torino ad emergere con il dato peggiore di tutto il Paese con 5 morti bianche in ambiente di lavoro ordinario, seguita da Bolzano, Milano e Roma (4).
INFOTEL ha detto…
Un documento per ribadire l'importanza della prevenzione e del lavoro di chi, ogni giorno e con differenti competenze, opera nelle strutture pubbliche per garantire salute e sicurezza in un momento delicato per gli equilibri del Servizio sanitario nazionale. E' quello approvato dai direttori dei dipartimenti di prevenzione delle 150 aziende unità sanitarie locali d'Italia e che passa in rassegna l'attività svolta nell'anno passato dagli igienisti, dai veterinari pubblici e dai medici del lavoro sul fronte della prevenzione e della sicurezza.

Nel documento, siglato dalla Società italiana di igiene, Medicina preventiva e sanità pubblica, Società italiana di medicina veterinaria preventiva e Società nazionale degli operatori della prevenzione, si ribadisce che "in Italia si risparmia solamente sul 1° Lea, quello della prevenzione collettiva e della sanità pubblica. Ledendo in questo modo il diritto fondamentale e costituzionale della tutela della salute di milioni di persone".

Nel documento, dunque, SItI, SimeVep e Snop confermano l'impegno a collaborare con il governo nazionale, con le Regioni e con le Province autonome, in uno sforzo unitario e strategico per la promozione della salute e per la sicurezza nei luoghi di lavoro, e per concorrere al non meno importante e prioritario sviluppo sociale ed economico dell'Italia.

Nel documento si chiede anche di poter partecipare alla predisposizione del Piano nazionale prevenzione (2014-2018), chiedendo con forza che da questo piano non vengano stralciate la "sicurezza alimentare e la sanità pubblica veterinaria che rappresentano una parte fondamentale delle attività di prevenzione". Tutto ciò anche in relazione del fatto che l'Italia organizzerà l'Expo 2015, l'Esposizione universale che il prossimo anno si svolgerà in Italia, a Milano, e che avrà come tema portante 'Nutrire il pianeta, energia per la vita'.

SItI, SimeVep e Snop chiedono poi al Parlamento che le necessarie modifiche del Titolo V della Costituzione tengano conto della necessità di migliorare la qualità dell'assistenza sanitaria, con particolare riguardo alla prevenzione collettiva ed alla sanità pubblica, in un'ottica unitaria e globale.

E auspicano, inoltre, che eventuali modifiche del processo decisionale e operativo del sistema prevenzione avvengano con una tempistica che consenta un'adeguata transizione, "evitando il rischio di pericolose cadute di attenzione da parte di quelle strutture deputate a presidiare nei singoli territori la salute pubblica, la sicurezza nei luoghi di lavoro e la sanità pubblica veterinaria"
INFOTEL ha detto…
"La crisi economica rende fertile il terreno del lavoro nero nel mondo dell'edilizia con la conseguenza di un aumento dell'incidenza degli infortuni sul lavoro e delle morti bianche. Urgono misure forti per contrastare questi fenomeni che hanno ormai assunto dimensioni preoccupanti".

Le associazioni dei costruttori, i sindacati di categoria e gli enti paritetici del settore edile (Cepime e Panormedil-Cpt) chiedono con una lettera al prefetto di Palermo Francesca Cannizzo l'apertura di un tavolo d'emergenza in cui individuare misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza sicurezza nei cantieri edili che soffre, a causa della crisi economica e della drastica riduzione di risorse pubbliche, anche la paralisi dell'intero sistema di controlli (Ispettorato del lavoro, Spresal e Nil).

"Le organizzazioni che rappresentano sia le imprese del settore, sia i lavoratori, - si legge nella lettera indirizzata al prefetto di Palermo – alla luce di questa emergenza ritengono che non si può più stare con le mani in mano ad aspettare l'ennesimo incidente. Qualcosa deve essere fatta per contrastare il lavoro illegale e tutelare la vita dei lavoratori. Nei mesi scorsi sono stati sottoscritti diversi protocolli tra soggetti istituzionali, organizzazioni imprenditoriali e sindacati dei lavoratori del settore delle costruzioni, non ultimo quello con Comune di Palermo, e diverse azioni e proposte sono state messe in campo, anche con il coinvolgimento degli Enti Paritetici del settore edile (Cassa edile e Panormedil-Cpt) che istituzionalmente, da oltre 50 anni al servizio delle imprese e dei lavoratori, si occupano di regolarità contributiva, formazione e sicurezza nei cantieri. Ma tutto ciò, per essere efficace, necessita di una maggiore condivisione degli obiettivi con gli altri soggetti preposti alla prevenzione e alla vigilanza e di un quadro istituzionale di riferimento".

"Per tutto questo – conclude la lettera – chiediamo a Sue Eccellenza il Prefetto di Palermo, quale garante della legalità sul territorio, di essere convocati per poter affrontare le questioni della sicurezza del lavoro e dei controlli, attivando un'azione di coordinamento tra le istituzioni e le parti sociali del territorio e di sensibilizzazione dei cittadini"
INFOTEL ha detto…
n Sicilia sono otto i morti sul lavoro dall'inizio dell'anno alla fine di marzo, un numero che non include i decessi avvenuti durante gli spostamenti per raggiungere il posto di lavoro. Lo ricorda la Cgil Sicilia nella giornata mondiale per la salute e la sicurezza del lavoro. Il sindacato espone oggi nella sua sede regionale la bandiera listata lutto per ricordare le morti bianche. "Mentre la crisi economica sta inducendo un abbassamento dei livelli di sicurezza e un non puntuale rispetto delle normative - dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro - si sconta una carenza del sistema dei controlli". Una situazione "non sostenibile", per Pagliaro, che chiede al governo regionale l'istituzione di "una task force sulla sicurezza sul lavoro, che punti in primo luogo a intensificare i controlli in tutti i settori". "Altro passaggio fondamentale - aggiunge Pagliaro - è la lotta senza quartiere lavoro nero, quello dove si annidano tutte le violazioni dei diritti a partire da quelli alla salute e alla sicurezza".
INFOTEL ha detto…
Oggi in molti paesi del mondo si celebra la giornata della memoria per le lavoratrici e i lavoratori uccisi in incidenti sul lavoro o per malattie nate con il lavoro. La "Fiom auspica che non sia l’ennesima giornata della retorica del lavoro, ma un momento in cui tutti riflettano delle condizioni lavorative". E' quanto si legge in una nota.

"In Italia - prosegue -, dove si continua ad avere il triste primato continentale, i morti sul lavoro sono ormai stabilmente un migliaio all'anno, risultato di una progressiva cancellazione dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e di norme che garantiscano la sicurezza sul lavoro".

La qualità e la sicurezza del lavoro "sono ormai i grandi assenti nelle decisioni delle classi dirigenti, e questa cultura si sta diffondendo ormai in ogni ambito, anche in quello della Magistratura, come si capisce facilmente dalla decisione della Corte di Cassazione di allontanare una vera giustizia per i lavoratori uccisi alla ThyssenKrupp di Torino e ridurre le pene per i responsabili della tragedia".

La Fiom "anche in questa giornata riconferma l’impegno di tutte le proprie strutture a tentare di garantire sempre e comunque la salute delle lavoratrici e dei lavoratori, che non deve essere scambiata né con il lavoro né con il salario, respingendo le ricette fallimentari del mercato del lavoro e le ipotesi di cancellazione del Contratto nazionale, garanzia di unità, solidarietà delle lavoratrici e dei lavoratori e di conseguenza garanzia di una tutela effettiva della propria condizione".
INFOTEL ha detto…


Il Safety Day, associato con la Giornata Mondiale della Salute e della Sicurezza sul Lavoro, è la principale tappa in cui si concretizza il progetto Safety Bridge ideato da Ceper, sviluppato in collaborazione con Smurfit Kappa Italia e supportato da Gifco, Gruppo Italiano Fabbricanti Cartone Ondulato. Venerdì 9 maggio, per la prima volta, all’interno del Safety Day si svolgerà l’iniziativa Famiglia Sicura: i venti stabilimenti della Smurfit Kappa Italia, tra cui quello di Lunata, si apriranno alle famiglie di tutti i dipendenti per realizzare un laboratorio interattivo sulla sicurezza e iniziative ludico didattiche a tema, rivolte anche ai bambini.
Safety Bridge è un ponte che unisce il luogo di lavoro a quello della vita familiare, perseguendo la realizzazione di un circolo virtuoso, che trasferisca la prevenzione dei rischi dagli ambienti di lavoro agli ambienti domestici, portando un incremento dei comportamenti sicuri anche nel corso dell’attività lavorativa. L’impegno nella prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro ha avuto negli anni risultati apprezzabili, portando dal 1963 a una riduzione degli infortuni annuali del 58,53% (da 1.577.352 a 654.000, dati INAIL sul 2012), e una riduzione dei casi mortali dell’89,03% (da 4.644 a 509). Non è possibile, invece, registrare gli stessi miglioramenti nella prevenzione all’interno degli ambiti domestici, dove nel 2012 gli infortuni sono stati 4.500.000, di cui 8.000 aventi esito mortale. È scopo del Safety Bridge sviluppare una vera e propria Cultura della Sicurezza, trasferendo la prevenzione dei rischi dagli ambienti di lavoro agli ambienti domestici, utilizzando coscienza, conoscenze e capacità di tutto il personale delle imprese.
INFOTEL ha detto…
La crisi economica rende fertile il terreno del lavoro nero nel mondo dell'edilizia con la conseguenza di un aumento dell'incidenza degli infortuni sul lavoro e delle morti bianche. Urgono misure forti per contrastare questi fenomeni che hanno ormai assunto dimensioni preoccupanti".

Le associazioni dei costruttori, i sindacati di categoria e gli enti paritetici del settore edile (Cepime e Panormedil-Cpt) chiedono con una lettera al prefetto di Palermo Francesca Cannizzo l'apertura di un tavolo d'emergenza in cui individuare misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza sicurezza nei cantieri edili che soffre, a causa della crisi economica e della drastica riduzione di risorse pubbliche, anche la paralisi dell'intero sistema di controlli (Ispettorato del lavoro, Spresal e Nil).

"Le organizzazioni che rappresentano sia le imprese del settore, sia i lavoratori, - si legge nella lettera indirizzata al prefetto di Palermo – alla luce di questa emergenza ritengono che non si può più stare con le mani in mano ad aspettare l'ennesimo incidente. Qualcosa deve essere fatta per contrastare il lavoro illegale e tutelare la vita dei lavoratori. Nei mesi scorsi sono stati sottoscritti diversi protocolli tra soggetti istituzionali, organizzazioni imprenditoriali e sindacati dei lavoratori del settore delle costruzioni, non ultimo quello con Comune di Palermo, e diverse azioni e proposte sono state messe in campo, anche con il coinvolgimento degli Enti Paritetici del settore edile (Cassa edile e Panormedil-Cpt) che istituzionalmente, da oltre 50 anni al servizio delle imprese e dei lavoratori, si occupano di regolarità contributiva, formazione e sicurezza nei cantieri. Ma tutto ciò, per essere efficace, necessita di una maggiore condivisione degli obiettivi con gli altri soggetti preposti alla prevenzione e alla vigilanza e di un quadro istituzionale di riferimento".

"Per tutto questo – conclude la lettera – chiediamo a Sue Eccellenza il Prefetto di Palermo, quale garante della legalità sul territorio, di essere convocati per poter affrontare le questioni della sicurezza del lavoro e dei controlli, attivando un'azione di coordinamento tra le istituzioni e le parti sociali del territorio e di sensibilizzazione dei cittadini".
INFOTEL ha detto…
«Due giorni fa si è celebrata la Giornata mondiale per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Secondo i primi dati Inail, per il 2013 sono più di 650.000 gli incidenti che si verificano ogni anno sui luoghi di lavoro di tutta Italia con circa 750 morti, mentre sono più di 50.000 i lavoratori che denunciano una malattia professionale con oltre 1500 morti ogni anno, fenomeno preoccupante nella nostra provincia e soprattutto nel Monfalconese con le numerose morti d’amianto».

A fronte di questi dati, sottolineano il presidente nazionale dell’Anmil Franco Bettoni e il presidente territoriale di Gorizia Marino Tusset, «preme comunque sottolineare, oggi Primo maggio, che le nostre rilevazioni sugli incidenti lavorativi con esiti mortali, aggiornati e pubblicati quotidianamente sul portale dell’Anmil, mostrano nel primo quadrimestre di quest’anno un sensibile aumento rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente».

«Come associazione che da 70 anni si occupa della tutela delle vittime del lavoro e raccoglie 400.000 iscritti – aggiunge Tusset - riteniamo sia indispensabile che tutti ricordino, in questa giornata, l’altra faccia del lavoro, quella legata agli effetti del mancato rispetto delle norme di prevenzione e che si ripercuoto sulla salute e sulla vita dei lavoratori. Eppure, a fronte di questi dati, le norme italiane in materia di sicurezza sul lavoro a distanza di quasi cinque anni dalla loro approvazione presentano ancora larghe carenze nella fase di attuazione, con quasi 30 decreti ancora da emanare e tra questi alcuni importanti come quelli sulla patente a punti in edilizia o sui lavori in quota o nei ponteggi. Ancora una volta il nostro Paese evidenzia i difetti di sempre rispetto all’applicazione delle leggi in termini di rapidità, di effettività e di controlli, come a ribadire una scarsa sensibilità sul fronte del rispetto delle regole, una mancanza di cultura ‘civica’, direi. Su questo, infatti, noi cerchiamo di lavorare molto parlando di cultura della sicurezza ai bambini e ragazzi delle scuole, quelli che saranno i cittadini ed i lavoratori di domani».

L’Anmil ha sollecitato il Governo ed i ministri del Lavoro e della Salute a «rimettere mano ai temi della sicurezza e alla tutela delle vittime del lavoro nonché alle tematiche legate all’amianto (dal Fondo per le vittime alla ricerca su cura e prevenzione ferme dopo Balduzzi)»
INFOTEL ha detto…
Nella settimana del primo maggio, su disposizione della Direzione territoriale del Lavoro di Palermo sono state sottoposte a controllo alcune aziende edili, al fine di verificare la sicurezza sul lavoro e contrastare il fenomeno del lavoro nero.

I carabinieri hanno controllato, nello specifico, sei ditte; verificato le posizioni lavorative di 22 dipendenti, scoprendone 3 "in nero" e 4 "irregolari"; disposto 2 provvedimenti di sospensione dell'attività imprenditoriale. Le sospensioni sono state revocate, avendo subito le ditte provveduto alla regolarizzazione a tempo indeterminato dei lavoratori in neo, nonché provveduto al pagamento delle sanzioni amministrative.

I militari hanno contestato inoltre sanzioni amministrative pari a 17.401 euro. Particolare attenzione è stata rivolta al settore della sicurezza sul lavoro, che ha portato a 16 prescrizioni; alla denuncia a piede libero di 7 titolari di aziende, e a sanzioni per 25.300 euro. Nelle prossime settimane verranno intensificati i controlli, al fine di garantire massima sicurezza nei cantieri edili del capoluogo siciliano e nella sua provincia.
INFOTEL ha detto…
L'8 maggio a Roma il Seminario Ambienti Confinati
Il Seminario si inserisce nel Corso di perfezionamento “Management della Sicurezza sul Lavoro” nato dalla collaborazione di Inail con Roma Tre
INFOTEL ha detto…
Silice Libera Cristallina: fra dibattito scientifico e buone prassi
Aperte le iscrizioni al Simposio promosso dal Network Italiano Silice in programma per il 22 maggio 2014 a Roma.
INFOTEL ha detto…
Convegno: Indagine nazionale sulla salute e sicurezza sul lavoro
Presentazione dei risultati della prima survey nazionale sulla percezione del rischio per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e sul livello generale di consapevolezza rispetto all’applicazione del d.lgs. 81/2008 e s.m.i..
INFOTEL ha detto…
Stress lavoro correlato, lanciata a Bruxelles la campagna biennale 2014-2015
Presentata a Bruxelles dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro EU-OSHA la nuova campagna biennale europea sui rischi psicosociali
INFOTEL ha detto…
Dall'Inail una guida per la sicurezza dei lavoratori domestici stranieri
L’universo dei collaboratori familiari e domestici al centro del convegno nazionale promosso da Federcolf, con il patrocinio dell’Inail, in programma a Roma sabato 10 maggio.
INFOTEL ha detto…
Sulla dinamica dell’infortunio sul lavoro che ha portato alla morte Mario Gagliano, l’operaio dell’azienda tessile Valdolona di Olgiate Olona, sta indagando la magistratura con il supporto dell’organismo di vigilanza dell’ASL di Varese. Ma dobbiamo denunciare ancora una volta che si è persa una vita umana a causa della mancata prevenzione degli infortuni.
Già il fatto che il lavoratore prestasse la sua opera da solo, senza che ci fosse un efficace sistema di avviso o chiamata e intervento in caso di emergenza, mette in rilievo una lacuna nelle procedure del sistema di sicurezza aziendale.
Nella valutazione dei rischi e nella gestione della prevenzione occorre considerare la particolarità del lavoro in solitudine (spesso nel lavoro notturno, ma non solo) e bisogna predisporre misure ai fini di salvaguardare la salute di questi lavoratori. (nella foto Salvatore Minardi responsabile sicurezza Cgil Varese)
Se poi, come sembra, il lavoratore è rimasto preso nel macchinario, ci si può legittimamente chiedere se le protezioni e i dispositivi di sicurezza fossero funzionanti e se la stessa macchina fosse in regola con le misure antinfortunistiche previste dalla normativa.
Nonostante la riduzione tendenziale degli infortuni e tutti gli sforzi compiuti per promuovere e diffondere una cultura della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, continuiamo ad essere spettatori involontari di queste tragedie.
La Cgil di Varese si unisce al dolore dei familiari e continuerà il suo impegno nella promozione della sicurezza dei lavoratori.
INFOTEL ha detto…
Non è giusto che i bandi Inail per la sicurezza escludano il non profit, e per questo l'Uneba (Unione nazionale istituzioni di assistenza sociale) si è appellato al ministero del Lavoro, Giuliano Poletti, che però finora non ha ancora risposto.
Si tinge quindi di grottesco la vicenda del bando Inail Incentivi per la sicurezza (ISI) 2014, che mette a disposizione la cifra record di 300 milioni di euro per migliorare proprio la sicurezza nei luoghi di lavoro ma esclude gli enti non profit; richiede infatti come requisito per partecipare l’iscrizione alla Camera di Commercio registro imprese, mentre gran parte degli enti socioassistenziali e sociosanitari hanno natura di associazione o fondazione.
Una discriminazione odiosa rivolta proprio contro realtà che della sicurezza del personale e degli assistiti fanno una bandiera, e che avrebbero tutti i titoli per partecipare al bando. Per questo Uneba lo scorso 14 aprile ha inviato una lettera, a firma del presidente Maurizio Giordano, alla Commissione interpelli presso il Ministero del lavoro per chiedere di adottare criteri interpretativi e direttivi a cui devono attenersi i bandi dell’Inail.
“Escludere (dai bandi) questa importante area del Terzo Settore”, ha scritto Uneba, “che assume grande rilievo nella attuale fase critica delle finanze pubbliche e di ripensamento del welfare, ne limita la possibilità di migliorare le condizioni di salute e sicurezza sul lavoro, con danno sia dei lavoratori che degli stessi assistiti, e viola la libertà di concorrenza”.
L'iniquità del bando Inail ha tra l'altro già fatto le prime “vittime”, visto che proprio a motivo della mancata iscrizione al Registro Imprese una fondazione associata a Uneba ed impegnata in attività socioassistenziale si è vista rifiutare da Inail l’accesso al bando. La stessa Inail, oltretutto, non ha mai risposto a un'altra richiesta di rimozione di questa discriminazione verso migliaia di fondazioni e associazioni, che hanno caratteristiche e organizzazione delle imprese, e in moltissimi settori sono sottoposte alla stessa legislazione delle altre imprese. E attraverso l’iscrizione nel Registro persone giuridiche e al Rea della Camera di Commercio sono ugualmente sottoposte a controllo e obbligate alla trasparenza.
INFOTEL ha detto…
Nel 2013 sono stati 5mila gli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail di Piacenza. Un dato in calo del 6% rispetto all’anno precedente a livello locale. A livello nazionale si è registrato un calo del 7%. Nel 2012 l’11% degli incidenti si era consumato nel settore della logistica soprattutto nel trasporto e montaggio. Un trend confermato nel 2013. Sul tema della sicurezza c’è però ancora tanto da fare.
L’Inail lancia un nuovo progetto dal titolo “La sicurezza in 3D nella logistica” che prevede l’ausilio di immagini durante i corsi di formazione rivolti ai lavoratori. L’obiettivo è quello di facilitare l’apprendimento anche da parte di lavoratori stranieri che hanno più difficoltà a seguire le lezioni tradizionali. “In questo modo speriamo di arrivare proprio a tutti – ha sottolineato il direttore Davide Lumia – e di prevenire in modo sempre più efficace gli incidenti sul posto di lavoro”.
Sull’incremento dei lavoratori nella logistica è intervenuto il presidente della Provincia Massimo Trespidi: “Tra il 2009 e il 2013 gli addetti alla logistica sono passati dai 6.000 agli 8.300 con un incremento del 38%. La logistica assume quindi un ruolo strategico”. E sugli avviamenti al lavoro Trespidi ha aggiunto: “Nel 2012 sono stati 5mila: il 67% uomini; il 37% giovani con meno di 30 anni; il 55% sono stranieri; le assunzioni a tempo determinato sono state il 53%”.
Le figure professionali coinvolte nella logistica sono: addetti al magazzinaggio, facchini, addetti al movimento merci, carrellisti.
“Nel Programma provinciale 2011- 2014 – ha concluso Trespidi – l’obiettivo sono sia le azioni di supporto per interventi di qualificazioni lavorative, sia quelle per la tutela della sicurezza sul lavoro”.
INFOTEL ha detto…
Per il subcommissario dell’Ilva Edo Ronchi, "l'Ilva ora deve affrontare l’investimento del piano ambientale, un investimento misurato con grande precisione in 1,8 miliardi più investimenti per la sicurezza del lavoro che comprende diverse voci ed è stimabile in circa 600 milioni. Poi ovviamente c'è la parte degli investimenti tecnici, 1750 milioni, negli impianti e nella produzione". "In totale – ha detto – stiamo parlando di una necessità di investimenti di circa 3 miliardi e cento milioni per il 2014, 2015 e 2016 avendo però alle spalle dei risultati negativi del 2012 e del 2013 e quindi serve uno sforzo". Ronchi ne ha parlato nel corso di un convegno organizzato a Taranto dalla Uil.

"Questo – ha puntualizzato – dall’ottobre dell’anno scorso aveva portato i commissari a chiedere misure legislative nuove con un aumento di capitale, perchè con le risorse ordinarie della gestione dell’azienda era impossibile affrontare lo sforzo straordinario di investimento".

“L'aumento di capitale è previsto, ma ha un iter non brevissimo. Dopo il piano ambientale, che ha richiesto più tempo del previsto, serve il piano industriale, pubblicato anche quello. Per arrivare poi al concreto aumento di capitale serviranno quattro, cinque, sei mesi, e c'è un problema ponte da qualche mese fino a quando avverrà l’aumento di capitale”. E’ quanto ha sottolineato il subcommissario dell’Ilva Edo Ronchi a Taranto all’indomani dell’approvazione definitiva del piano ambientale.

"C'è una notevole difficoltà di liquidità – ha spiegato Ronchi – per realizzare il piano ambientale innanzitutto, ma anche gli altri investimenti. L’aumento di capitale è regolato dalle leggi vigenti: c'è prima una consultazione della proprietà che farà le sue osservazioni sulla proposta di piano industriale del commissario". "Quindi – ha proseguito – si pubblica con un nuovo Dpcm il piano industriale e si procede all’aumento di capitale o con la proprietà o con altri investitori, se disponibili. L’intervento dello Stato non è previsto, non è consentito dalle norme europee il diretto investimento in impianti industriali". "Lo Stato può contribuire con garanzie alle banche – ha affermato Ronchi – purchè si tratti di investimenti direttamente produttivi. L’ipotesi del prestito ponte può essere la classica buccia di banana su cui scivolare".

"Che ci sia pericolo per gli stipendi dei dipendenti nell’immediato a me sembra di no, ma certo la situazione in prospettiva, se non si risolve questa condizione ponte, francamente è molto incerta, non saprei dire”, ha infine dichiarato il subcommissario dell’Ilva Edo Ronchi a margine di un convegno organizzato a Taranto nell’ambito del congresso provinciale della Uilm.

"I contratti di solidarietà – ha aggiunto – erano già previsti, adesso c'è una maggiore estensione in relazione alla maggior difficoltà di liquidità e al riassetto produttivo perchè stanno partendo diversi cantieri Aia". "I primi dati del primo trimestre 2014 – ha aggiunto Ronchi – indicano sicuramente un miglioramento sia di produzione che di spedizioni. Ci sono state alcune difficoltà dovute all’interruzione della centrale termoelettrica per carenze di manutenzione e gli interventi sono tuttora in corso. Però ci sono dei segnali di recupero".

«La presenza di ieri a Palazzo Chigi dell’ex ministro Severino era pienamente legittima. Fa parte dello staff dei commissari da tanto tempo, è un avvocato di prestigio e siccome ci sono questioni legali delicate è presente e affianca i commissari in questa fase: nulla da dire». Lo ha spiegato a Taranto il subcommissario dell’Ilva Edo Ronchi. «Il rapporto coi Riva è un’emerita sciocchezza, non so - ha concluso – chi l’abbia messa in giro, ma è assolutamente una stupidaggine».
INFOTEL ha detto…
La zona industriale di Molfetta scenario dell'ennesima tragedia sul lavoro. Un operaio di 40 anni, Pasquale Soldano di Torremaggiore, é morto durante un'operazione di scarico all'interno dell'azienda di produzione di fertilizzanti chimici per l'agricoltura Ilsa Mediterraneo a Molfetta, città che un mese fa ha indossato il lutto per un altro incidente sul lavoro in cui hanno perso la vita padre e figlio, morti in una cisterna mente cercavano di salvare l'altro figlio. E' quanto si apprende da una nota di Giuseppe Gesmundo, segretario generale della Cgil di Bari.

"E proprio una settimana fa - dice Gesmundo - noi eravamo proprio lì a Molfetta in piazza insieme a Cisl e Uil a manifestare unitariamente il nostro dolore per gli effetti della mancanza di sicurezza che ancora una volta, l'ennesima, ha ucciso un altro lavoratore sempre nello stesso luogo".

"Questo stillicidio é inaccettabile - a suo avviso - ed é per questo che insistiamo nel chiedere con urgenza al Prefetto che convochi anche le forze sociali e non solo le istituzioni ai tavoli sulla sicurezza. Urge prendere decisioni incisive per fermare queste stragi e il sindacato può dare un contributo in termini di conoscenza del territorio oltre a fornire una valutazione tecnica sui cicli dell'intero sistema produttivo industriale dell'area metropolitana. Molfetta nel 2008 fu colpita da un'altra strage sul lavoro sempre nella stessa zona industriale, in cui persero la vita cinque operai uccisi dalle esalazioni alla Truck center".

"A Bari stamattina un operaio di 26 anni di Altamura é in gravi condizioni perché caduto da una impalcatura che stava montando al quartiere Japigia. Quante altre vite dovranno essere sacrificate prima che la questione sicurezza diventi prioritaria nelle agende istituzionali?", si chiede. Da parte sua, conclude, La Cgil di Bari "non smetterà di battersi per tenere alta l'attenzione su questo tema".
INFOTEL ha detto…
L’Implementazione della cultura della tutela della salute è il tema del corso di formazione aziendale itinerante che si terrà martedì 13 maggio, con inizio alle ore 9, presso il Presidio Ospedaliero “Santa Maria della Speranza” di Battipaglia. Il corso, che rientra nel Piano Aziendale di Formazione 2014, ha l’obiettivo di formare ed informare i lavoratori dell’Azienda Sanitaria sulla implementazione della cultura in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Il programma prevede gli interventi del dott. Ferdinando Crescenzi (Medicina del lavoro aziendale), della dott.ssa Luisa Cannavacciulo (Il rischio biologico), del dott. Giuseppe Cioffi (Il rischio stress – lavoro correlato), del dott. Ferdinando Scarpati (Il rischio radiazioni ionizzanti) e del dott. Giovanni Giordano (Il rischio videoterminali, movimentazione manuale carichi e movimentazione manuale pazienti). Moderatore sarà il dott. Gianluigi Ferrigno, Direttore del Distretto Sanitario numero 60 di Nocera Inferiore.
La giornata di studio è stata organizzata dalla Struttura Medicina del Lavoro dell’Asl Salerno, di cui è responsabile il dott. Ferdinando Crescenzi, che è anche direttore scientifico del corso.
INFOTEL ha detto…
“Abbiamo deciso di spostare a Molfetta la sede del convegno sulle ‘Norme per la sicurezza, la qualità e il benessere sul Lavoro’, non per un istintivo, seppur giustificato, scatto di rabbia contro i continui incidenti, ma in quanto ci sembra che questa città, proprio di fronte all’inarrestabile fiume di morti, è diventata per i pugliesi un simbolo di impegno perché la tragica spirale si interrompa”. Così il Segretario generale della Cisl Puglia Basilicata, Giulio Colecchia, per motivare il cambio di sede della giornata di studio e approfondimento che si doveva tenere a Bari il prossimo 14 maggio. Si terrà sempre il 14 maggio, ma nella sala consiliare del Comune di Molfetta, l’iniziativa che fa riferimento alla Legge regionale 8/2014 approvata dall’Assemblea regionale lo scorso 25 febbraio, dopo la presentazione di circa 20 mila firme raccolte dalla Cisl – che dal 2008 conduce una campagna permanente di sensibilizzazione per il lavoro sicuro – per il Progetto di Legge di iniziativa popolare. “Molfetta quale luogo simbolo della giornata di approfondimento sulla innovativa Legge regionale – spiega Colecchia – anche per riflettere sui cambiamenti di atteggiamento verso queste tragedie, per non abbassare la guardia sul fenomeno degli incidenti sul lavoro che, per quanto in calo, continuano a mietere vittime. Da Molfetta deve partire una rivoluzione positiva – aggiunge – una rinnovata condotta da parte dei lavoratori e dei loro rappresentanti, delle aziende e degli enti di controllo e soprattutto delle Istituzioni”. Dopo l’ennesima tragedia dell’8 maggio diventa un obbligo a far funzionare in maniera integrata tutti gli strumenti – legislativi, ispettivi, culturali e informativi – utili a scavalcare ogni sottovalutazione ed ogni visione semplicistica dell’approccio alla sicurezza sul lavoro. Il convegno di approfondimento sulla Legge regionale n. 8 del 10/3/2014 ‘Norme per la sicurezza, la qualità e il benessere sul lavoro’ avrà inizio alle 15:00, mercoledì 14 maggio 2014 con la relazione di apertura del Segretario regionale della Cisl di Puglia Basilicata, Teodoro di Maria, mentre l’illustrazione della norma sarà affidata a Vincenzo Lucia, responsabile per la Sicurezza della Cisl, con un intervento della dottoressa Labate responsabile del dipartimento di salute e sicurezza della Regione Puglia. A seguire la Tavola Rotonda con il Direttore regionale dell’Inail, Giovanni Asaro, l’assessore al Lavoro, Leo Caroli, la consigliera Pari Opportunità, Serenella Molendini, il Segretario generale della Cisl interregionale, Giulio Colecchia e il Segretario confederale Liliana Ocmin che curerà le conclusioni della giornata. I lavori saranno coordinati dalla Direttora di ilikepuglia.it, Annamaria Ferretti.