Le vittime degli infortuni sul lavoro sono maggiormente esposte ad ansia,

Le vittime degli infortuni sul lavoro sono maggiormente esposte ad ansia, depressione e frequenti preoccupazioni,  presentano cioè un'elevata sintomatologia post-traumatica. Lo dimostra una ricerca realizzata dal dipartimento di Psicologia generale dell'università di Padova e presentato oggi durante il convegno dell'Anmil "Le conseguenze psicologiche di un infortunio sul lavoro". Il fenomeno è stato esplorato attraverso quattro studi. Il primo ha coinvolto due gruppi di 14 persone, uno dei quali composto da chi ha subito almeno un infortunio nella propria vita, riportando un'invalidità compresa tra il 33% e il 70% (il valore medio è del 43%). La distanza dall'incidente è compresa tra i 5 e i 25 anni (valore medio 14.9). "Negli infortunati valutati non sono emersi consistenti disturbi psicologici né rispetto all'ansia né alla depressione", si legge nella ricerca. "Tuttavia si è rilevata una certa propensione al rischio di sviluppare un disturbo da stress post-traumatico".
 
Sulla base di questa prima indagine è stato poi sviluppato il secondo studio, focalizzato sugli aspetti clinici, che ha ampliato il campione e reso più omogenea la distanza dall'infortunio. Vi hanno preso parte 38 lavoratori che hanno subìto un incidente sul lavoro e 38 persone che, invece, non hanno riportato alcun infortunio, né altri tipi di evento traumatico. Nel gruppo di infortunati, la distanza temporale dall'incidente variava tra 6 mesi e 7 anni, mentre il tasso di invalidità (secondo percentuali INAIL) era compreso tra il 25% e il 75%.
Questa seconda indagine ha messo in luce la maggiore vulnerabilità degli individui che hanno subito un incidente sul lavoro allo sviluppo di disturbi d'ansia e, in particolare, di un disturbo da stress post-traumatico, oltre che disturbi depressivi e difficoltà nel fronteggiare situazioni stressanti e nel gestire la propria rabbia. Al contrario, all'aumentare della sintomatologia post-traumatica si riducevano le abilità di reagire alle situazioni stressanti. Non è emersa invece alcuna relazione tra la gravità della sintomatologia post-traumatica e né il grado di disabilità fisica né la distanza temporale dall'evento. "Ciò significa", secondo i ricercatori, "che le ripercussioni psicologiche individuali possono perdurare anche a distanza di tempo dall'incidente".

Il terzo studio, teso a valutare se a sintomi di tipo post-traumatico si associassero disturbi sul piano cognitivo, ha evidenziato per le vittime di incidenti sul lavoro disturbi di organizzazione e controllo di strategie di azioni flessibili, di concentrazione e di memoria: "tutte abilità indispensabili per un'adeguata prestazione lavorativa e quindi un più rapido ed efficiente reinserimento sociale e lavorativo".

Infine, nell'ultimo studio effettuato con un gruppo di 30 vittime di incidenti sul lavoro (27 maschi e 3 femmine, con età media di 39 anni; la distanza temporale dall'evento traumatico variava da 1 a 10 anni; il tasso di invalidità era compreso tra il 21% e l'87% con una media del 47%) si è deciso di svolgere un'indagine correlazionale tra sintomatologia post-traumatica, disfunzioni cognitive e attivazione fisiologica emozionale durante la rievocazione guidata dell'incidente. "I risultati indicano che le vittime di un infortunio lavorativo presentavano un'elevata sintomatologia post-traumatica, che si accompagnava a depressione, ansia e frequenti preoccupazioni", sottolineano i ricercatori. Questo quadro clinico "non era rispecchiato dal grado di invalidità fisica definito in base ai punteggi percentuali dell'INAIL", continua l'indagine, ribadendo la necessità di criteri capaci di cogliere adeguatamente tutte le conseguenze di un incidente sulla salute psico-fisica complessiva del lavoratore, inclusi gli esiti psicologici ed emozionali di tale evento. Inoltre, gli infortunati che presentavano una maggiore sintomatologia post-traumatica hanno riportato una perfomance peggiore in compiti che misurano l'attenzione o la capacità di concentrazione, mostrandosi più lenti e meno concentrati.

fonte inail

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