crisi del settore edile

La Feneal-Uil, la Filca-Cisl e la Fillea-Cgil di Ferrara, evidenziano per l’ennesima volta lo stato di crisi che colpisce da tre anni il settore delle costruzioni nel nostro territorio.

“Abbiamo sviluppato negli ultimi 4 mesi degli incontri con tutti i Sindaci locali della Provincia, al fine di sensibilizzare le amministrazioni comunali ad una rapida cantierizzazione di tutte le risorse, poche o molte, che oggi sono disponibili nei bilanci del 2011, utilizzando, nel rispetto delle Leggi e dei contratti, le imprese e lavoratori del Territorio.

Inoltre, abbiamo richiesto un incontro, con l’obiettivo di attivare un tavolo di crisi del settore edile, presso la Provincia di Ferrara, al fine di verificare quali ulteriori iniziative siano possibile praticare, tendenti a bloccare la drammatica situazione che vive il settore delle costruzioni.

Ricordiamo a tutti, che dal 2008 ad oggi, in Provincia di Ferrara, sono scomparse centinaia di imprese, grandi e piccole, con la perdita di oltre 3000 posti di lavoro.

Lo stato di crisi attuale del settore, contiene tutte le premesse e pericoli per un drammatico ridimensionamento futuro, con ricadute conseguenti su tutta la filiera delle costruzioni (legno, manufatti, grossisti di materiali, pil provinciale, ecc..), ricordando per di più, che sono ormai decine e decine i lavoratori che hanno perso anche l’ultimo ammortizzatore sociale disponibile e oggi si trovano in stato di disoccupazione senza indennizzo, rendendo ancora più fragile la tenuta sociale.

Rispetto a tale situazione, c’è bisogno di fare squadra tra le Istituzioni, le imprese ed i sindacati del settore, coordinando e finalizzando le risorse utilizzabili, affinché, nel rispetto delle regole, il Territorio tutto (imprese e lavoratori ) ne possano trarre benefici.

I benefici che intendiamo passano attraverso una ragionevole autorevolezza nelle scelte, non per favorire imprese rispetto ad altre, ma per proteggere le imprese serie che faticano a stare sul mercato quando questo è governato da logiche di concorrenza sleale. La concorrenza sleale, oggi, la si pratica attuando il costo minore, attaccando pertanto i diritti dei lavoratori e la loro sicurezza sul luogo di lavoro. Vanno pertanto sostenute, nei bandi di gara, le imprese responsabili e regolari, che sviluppano una formazione preventiva alla sicurezza sul lavoro, che rispettano i contratti nazionali e provinciali di lavoro, che sviluppino una forte collaborazione con i nostri Enti Bilaterali Territoriali di settore, che le esternalizzazione dei lavori avvenga con attenzione, che la congruità della forza lavoro rispecchi coerentemente la portata dell`appalto e la
tracciabilità dei movimenti diventi un controllo affidabile onde evitare infiltrazioni malavitose.

La responsabilità sociale di una amministrazione locale o committente, dal nostro punto di vista, deve venire prima di ogni altra questione. Riteniamo fondamentale il ruolo che sviluppano gli enti pubblici, sia sul versante dell’aggiudicazione di un bando di gara, cercando di contenere il più possibile il ribasso d’asta, ma soprattutto lo riteniamo vitale sul controllo, per far si che dopo l’aggiudicazione dell’appalto, le regole siano fatte rispettare. Purtroppo, il risultato di tutto questo lavoro, di coinvolgimento delle Amministrazioni pubbliche locali è al momento abbastanza deludente.

Feneal, Filca e Fillea, ritengono utile attivare immediatamente il tavolo di crisi del settore delle costruzioni coinvolgendo tutte le amministrazioni locali, che con noi hanno condiviso un percorso, di dare seguito concreto agli impegni presi. Per l’ennesima volta, siamo a constatare, orientamenti politici poco sensibili a questo grido di allarme che come Feneal, Filca e Fillea di Ferrara rilanciamo, auspicando nel breve, un positivo cambiamento, anche perché riteniamo che il settore delle costruzioni sia strategico per il rilancio qualitativo di un intero territorio”.

Commenti

INFOTEL ha detto…
Pierfrancesco Pacini, presidente di Camera di Commercio Pisa e Confindustria Pisa, nell'analizzare le contingenze economiche del nostro territorio, si rifà dai dati positivi. Ma, a scanso di equivoci, di fraintendimenti legati a speranze illusorie, precisiamo subito che le dolenti note arriveranno tutte nel finale.

«Per quanto riguarda l'attività manifatturiera – spiega Pacini – i settori che esportano stanno andando bene e, in certi casi, anche molto bene. Le concerie, che sono in testa, viaggiano a una crescita del 10% rispetto ai risultati del 2010; bene anche il mobile e le calzature; un po' meno bene vanno le due ruote e l'industria meccanica, importantissime per la nostra provincia, che però hanno una crescita molto più contenuta, anche se bisogna dire che, viste le proporzioni della crisi, hanno tenuto bene»

Nere nebbie attorno all'edilizia e ai lavori pubblici. «Le aziende edili sono ancora in profonda crisi, i lavori pubblici sono pochi, il mercato immobiliare, per quanto riguarda la nostra provincia, è ancora piuttosto statico, fermo. Di conseguenza sono fermi anche i settori vicini, come quello dell'arredamento, dell'impiantistica».

Ai commercianti non va meglio. I dati diffusi dalla Camera di Commercio di Pisa sono eloquenti: “L’indagine congiunturale condotta sulle aziende del commercio al dettaglio con dipendenti conferma, nel primo trimestre 2011, lo stato di crisi in cui ancora si dibatte il comparto tanto a livello nazionale quanto toscano e provinciale. A destare forte preoccupazione non è solo la tredicesima contrazione consecutiva registrata dalle vendite al dettaglio pisane espresse in termini nominali (-2,5% tendenziale) ma anche lo scarto negativo rispetto alla Toscana (-1,7%) e, più in generale, all’Italia (-1,9%)”; “A determinare questo risultato, non certo esaltante, contribuiscono una pluralità di fattori tra loro correlati. Tra questi assumono una particolare rilevanza quelli legati al mercato del lavoro come l’elevata disoccupazione, il ricorso ancora massiccio alla cassa integrazione ed una dinamica salariale in deciso rallentamento. A questi elementi si deve aggiungere la ripresa delle tensioni sul versante dei prezzi cresciuti, in provincia di Pisa, del 2,5%. Si tratta di elementi che, secondo altre indagini, hanno costretto le famiglie ad intaccare i risparmi per stabilizzare quanto più possibile il proprio profilo di consumo”.

«Sì, il commercio, soprattutto al dettaglio, continua ad andare male – conferma Pierfrancesco Pacini – un po' meglio va alla grande distribuzione, ma solo perché può permettersi una politica dei prezzi molto bassi».

Riguardo alle esportazioni all'estero, i mercati che tirano di più «sono il Brasile, la Cina e l'India. Alcune nostre importanti aziende - ma si parla di poche, sporadiche realtà - che hanno legami commerciali con questi paesi hanno avuto degli aumenti (2011 su 2010) anche del 70-80%. Il compound dell'export, nel suo complesso, cresce, come dicevo, del 10% circa. D'altra parte, il prodotto di lusso “made in Italy”, in questi paesi “emergenti” come la Cina, il Brasile e l'India - in realtà ormai del tutto emersi - continua ad andare forte». Una delle poche àncore di salvezza che ancora tengono.
INFOTEL ha detto…
Scarso impegno da parte degli istituti di credito? Anche. «Diciamo che, in questa situazione, un grande aiuto non arriva - purtroppo – dagli istituti di credito. È vero che anche loro sono imprese e alla fine dell'anno devono guardare al proprio bilancio, ma potrebbero fare un po' di più, questo è certo. Alcuni istituti – le banche di credito cooperativo, le banche popolari – una maggiore attenzione al territorio ce l'hanno, ma hanno anche meno potenzialità rispetto ai grandi gruppi. Ma diciamo anche una cosa: le “fregature” gli istituti di credito mica le hanno prese dagli artigiani e dalle piccole imprese, no? Lo sappiamo bene da dove le hanno prese. Ma il fatto è che le piccole banche possono fare poco, le grandi, che non hanno magari sedi sul territorio, impiegano mesi e mesi prima di dare una risposta, e anche questo per le imprese è un problema. Artigiancredito una piccola mano alle imprese la dà, garantendo il 50% di quelli che sono i rischi nei confronti delle banche, ma sono sempre costi. Gli artigiani sono aiutati anche dalla Regione, e nel nostro caso dalla Camera di Commercio di Pisa, che partecipa all'abbattimento delle spese istruttorie, ma, tutto considerato, si parla di piccole cose».

Se è difficile lavorare, a volte è ancora più difficile, dopo aver lavorato, riscuotere. «A questo proposito ci sono esempi dolorosi. Consorzio Etruria, gruppo Baldassini Tognozzi Pontello, due grandi imprese edili del nostro territorio... una è stata ceduta, una ha un concordato in corso... Insomma, il tunnel non lascia intravedere alcuna luce, per ora. Altri paesi europei se la passano meglio. La Germania può considerarsi fuori dalla crisi, la Francia è sulla buona strada. Non voglio entrare in valutazioni politiche, lascio perdere considerazioni legate alle differenze di capacità tra il nostro governo e quello di nazioni a noi vicine, ma di certo si può dire che Germania e Francia la crisi l'hanno affrontata molto meglio».
INFOTEL ha detto…
La Feneal-Uil, la Filca-Cisl e la Fillea-Cgil di Ferrara, evidenziano per l’ennesima volta lo stato di crisi che colpisce da tre anni il settore delle costruzioni nel nostro territorio.
“Abbiamo sviluppato negli ultimi 4 mesi degli incontri con tutti i Sindaci locali della Provincia, al fine di sensibilizzare le amministrazioni comunali ad una rapida cantierizzazione di tutte le risorse, poche o molte, che oggi sono disponibili nei bilanci del 2011, utilizzando, nel rispetto delle Leggi e dei contratti, le imprese e lavoratori del Territorio.
Inoltre, abbiamo richiesto un incontro, con l’obiettivo di attivare un tavolo di crisi del settore edile, presso la Provincia di Ferrara, al fine di verificare quali ulteriori iniziative siano possibile praticare, tendenti a bloccare la drammatica situazione che vive il settore delle costruzioni.
Ricordiamo a tutti, che dal 2008 ad oggi, in Provincia di Ferrara, sono scomparse centinaia di imprese, grandi e piccole, con la perdita di oltre 3000 posti di lavoro.
Lo stato di crisi attuale del settore, contiene tutte le premesse e pericoli per un drammatico ridimensionamento futuro, con ricadute conseguenti su tutta la filiera delle costruzioni (legno, manufatti, grossisti di materiali, pil provinciale, ecc..), ricordando per di più, che sono ormai decine e decine i lavoratori che hanno perso anche l’ultimo ammortizzatore sociale disponibile e oggi si trovano in stato di disoccupazione senza indennizzo, rendendo ancora più fragile la tenuta sociale.
Rispetto a tale situazione, c’è bisogno di fare squadra tra le Istituzioni, le imprese ed i sindacati del settore, coordinando e finalizzando le risorse utilizzabili, affinché, nel rispetto delle regole, il Territorio tutto (imprese e lavoratori ) ne possano trarre benefici.
INFOTEL ha detto…
I benefici che intendiamo passano attraverso una ragionevole autorevolezza nelle scelte, non per favorire imprese rispetto ad altre, ma per proteggere le imprese serie che faticano a stare sul mercato quando questo è governato da logiche di concorrenza sleale. La concorrenza sleale, oggi, la si pratica attuando il costo minore, attaccando pertanto i diritti dei lavoratori e la loro sicurezza sul luogo di lavoro. Vanno pertanto sostenute, nei bandi di gara, le imprese responsabili e regolari, che sviluppano una formazione preventiva alla sicurezza sul lavoro, che rispettano i contratti nazionali e provinciali di lavoro, che sviluppino una forte collaborazione con i nostri Enti Bilaterali Territoriali di settore, che le esternalizzazione dei lavori avvenga con attenzione, che la congruità della forza lavoro rispecchi coerentemente la portata dell`appalto e la tracciabilità dei movimenti diventi un controllo affidabile onde evitare infiltrazioni malavitose.
La responsabilità sociale di una amministrazione locale o committente, dal nostro punto di vista, deve venire prima di ogni altra questione. Riteniamo fondamentale il ruolo che sviluppano gli enti pubblici, sia sul versante dell’aggiudicazione di un bando di gara, cercando di contenere il più possibile il ribasso d’asta, ma soprattutto lo riteniamo vitale sul controllo, per far si che dopo l’aggiudicazione dell’appalto, le regole siano fatte rispettare. Purtroppo, il risultato di tutto questo lavoro, di coinvolgimento delle Amministrazioni pubbliche locali è al momento abbastanza deludente.
Feneal, Filca e Fillea, ritengono utile attivare immediatamente il tavolo di crisi del settore delle costruzioni coinvolgendo tutte le amministrazioni locali, che con noi hanno condiviso un percorso, di dare seguito concreto agli impegni presi. Per l’ennesima volta, siamo a constatare, orientamenti politici poco sensibili a questo grido di allarme che come Feneal, Filca e Fillea di Ferrara rilanciamo, auspicando nel breve, un positivo cambiamento, anche perché riteniamo che il settore delle costruzioni sia strategico per il rilancio qualitativo di un intero territorio”.
INFOTEL ha detto…
Riduzione degli investimenti, blocco dei fondi Fas e del Cipe, crisi occupazionale, sono tutte le variabili che portano alla crisi del settore delle costruzioni. L’edilizia privata in Puglia si trova in una fase di stagnazione dopo due anni, il 2008 e 2009, in cui i valori sono stati pesantemente negativi con una produzione scesa del 12,6% e dell’11%. Critico anche l’andamento delle opere pubbliche che nella Provincia di Bari sono in continua diminuzione in tutto il precedente decennio toccando nel 2010 con solo 335 bandi, il suo livello più basso. Le nuove costruzioni residenziali in termini di fabbricati realizzati sono scesi nel 2010 del 14,5% e di volumetria del 28%. Per fare il punto sulla situazione e sulle prospettive del mercato dell’edilizia, si è svolta stamattina nella sede di Confindustria Bari e Bat l’assemblea generale degli imprenditori edili. Una occasione di confronto con gli enti locali e gli imprenditori del settore per interrogarsi sullo stato dell’arte e sulle prospettive di crescita.“La crisi che sta attraversando il Paese e la nostra regione in particolare – spiega il neo presidente dell’Ance Domenico De Bartolomeo – è frutto di cause ormai ben note. Il patto di stabilità interno da un lato ha drasticamente ridotto gli investimenti pubblici per sviluppo e realizzazione delle infrastrutture e dall’altro ha generato quel deteriore fenomeno di ritardi dei pagamenti delle opere realizzate con pesanti riflessi sulla stabilità economica delle imprese interessate. Tutto ciò colpisce gli enti locali che sono quelli che tradizionalmente appaltano il maggior numero di opere medio-piccole di grande interesse per le nostre imprese di minori dimensioni. A tutto questo si aggiunge la ridotta propensione delle banche ad erogare finanziamenti.
INFOTEL ha detto…
In questo contesto quindi è ovvio che l’economia della nostra regione sia stagnante”. “Ci sono 13 miliardi di fondi Fas – spiega il presidente nazionale dell’Ance Paolo Buzzetti – che erano destinati all’edilizia e che non sono impegnati. Di questi il 90% spetterebbero al Sud. La situazione del settore è difficilissima perchè non ci sono pagamenti tempestivi alle imprese anzi, si arriva a due anni di ritardo e questo è il primo grande dramma”. “C’e’ una stretta creditizia – conclude Buzzetti – nonostante le banche stiano facendo una serie di accordi con l’Ance per cercare di evitare una chiusura di liquidità alle imprese, che si somma alla mancanza di pagamenti. La svolta potrebbe arrivare dagli interventi sulle città con investimenti privati”.
INFOTEL ha detto…
''Il presidente Rossi - ha detto ancora l'assessore Simoncini - ha deciso di istituire formalmente un tavolo sulle crisi e le prospettive del settore delle costruzioni'', con l'obiettivo di arrivare a ''un patto per l'edilizia'' che permetta di consolidare il tessuto industriale con interventi di tipo finanziario, di semplificazione amministrativa e con un piano di investimenti pubblici o misti pubblico-privato. E il 23 giugno scorso la Giunta ha deliberato un pacchetto di sostegno alle pmi toscane fornitrici di imprese edili in stato di insolvenza, per fornire la necessaria liquidita' alle imprese vittime di mancati pagamenti.

''Di fronte alla complessa e drammatica crisi del settore edilizio, nella comunicazione dell'assessore Simoncini intravedo l'impegno a dare una spinta alla nostra economia''. Lo ha detto il consigliere Marco Manneschi (Idv), invitando a procedere sulla ''strada virtuosa tracciata, affinche' la crisi economica veda azioni decise di contrasto, mirate a valorizzare eccellenze e nuove opportunita'''.

Marina Staccioli (Lega nord Toscana) ha spiegato che la Commissione emergenza occupazionale, con la proposta di risoluzione, ha inteso intervenire sull'indotto del settore edilizio, che comprende una miriade di grandi, piccole e medie imprese. Da qui la richiesta di maggiori risorse finalizzate agli investimenti, per far ripartire l'economia della Toscana nel suo complesso