Galata Museo del mare - Genova sperimenta la sicurezza nelle visite culturali


Genova sperimenta la sicurezza nelle visite culturali

Nella percezione collettiva, il concetto di sicurezza dei musei si applica essenzialmente al patrimonio che questi custodiscono.
D’altronde, cosa potrebbe accadere in un museo? Siamo tutti legati a un concetto di museo tradizionale: un museo fatto di vetrine e di quadri appesi, nel quale si procede placidamente, sotto lo sguardo un po’ arcigno di custodi onnipresenti, seduti, sala per sala a sorvegliare quadri e visitatori. Certo, ancora molti musei sono effettivamente così. Ma non tutti: l’esperienza maturata in questi anni al Galata Museo del Mare, a partire dalla sua apertura nel 2004, può apparire particolare ma è, con ogni probabilità destinata ad allargarsi.
Il Galata, principale museo marittimo italiano, con i suoi allestimenti innovativi, fondati su scenografie e ricostruzioni d’ambiente, su installazioni interattive e una forte multimedialità, appartiene a una nuova generazione di musei europei che hanno fatto della sostenibilità la loro principale sfida. Questo significa che la sorveglianza sulle opere diventa questione principalmente dei curatori, con l’ausilio delle tecnologie e della museografia, mentre si definisce meglio il concetto di customer care del visitatore. Un visitatore che, nelle nuove strutture, è sempre più numeroso. Il “nuovo” pubblico vede giovani e giovanissimi, gruppi famigliari, anziani accompagnati da bambini, bambini anche piccolissimi delle “scuole d’infanzia” e, talvolta, anche dei “nidi”. E’ chiaro che questi pubblici diversi hanno anche bisogni ed esigenze differenti, dagli anziani ai piccolissimi, dalle scale ai bagni, dai punti di sosta ai guardaroba, ogni cluster va affrontato a partire dalle necessità che dichiara o che manifesta. Tra tutti questi bisogni, il principale è proprio quello relativo alla sicurezza: a fronte di un pubblico che aumenta e di operatori che diminuiscono, come dicono gli inglesi l’imperativo è safety first.
Questo significa la necessita’ di preordinare e programmare la sicurezza ancora prima dell’apertura del museo; non è solo questione tecnica di “vie di fuga”, “uscite di sicurezza” e “luoghi statici sicuri”. E’ soprattutto questione di preordinare un piano d’emergenza adeguato alle condizioni del museo, nelle meno favorevoli: con il massimo dei visitatori e il minimo del personale, quando deve essere chiarissimo a ciascuno,nella divisione dei ruoli e delle responsabilità che cosa e come farlo. La partita è resa più complicata da altri elementi. Nel new museum si entra in relazione con l’oggetto o con l’allestimento (interattività), e questo espone a rischio il pubblico, per via dell’oggetto male utilizzato o che puo’ rompersi.
Per il Galata Museo del Mare di Genova questo ha inoltre coinciso con l’apertura al pubblico di una nave-museo (galleggiante) e il suo inserimento nel percorso espositivo. In questo caso la sfida è costituita dalla necessità di assicurare contemporaneamente fruizione e sicurezza senza stravolgere la storicità del mezzo. Nell’esperienza raccolta in questi primi quattro mesi di funzionamento,estate-autunno 2010, una considerazione va fatta ed in ordine al buon funzionamento di una “pratica di autovalutazione”: il visitatore, nel percorso, viene posto di fronte a portelli e passaggi ricostruiti delle stesse dimensioni di quelle che troverà nel battello. Sta a lui provare tali passaggi e verificare la sua capacità di affrontarli: in quasi tutti i casi, chi si è trovato in difficoltà, ha poi scelto di non “rischiare” la visita. In conclusione: la tematica della sicurezza sta diventando sempre più pervasiva e svela aspetti di rischio spesso non considerati fino a qualche anno fa.
Spetta ai responsabili delle strutture portare avanti una coscienza che sappia, da una parte, “anticipare” il rischio, dall’altra permettere a collaboratori e “clienti” di maturare atteggiamenti di prevenzione; per sé stessi e per gli altri.

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