INFORTUNI: I NUMERI DEGLI UOMINI E DELLE DONNE


Nello specifico, per quanto attiene la prima parte, ovvero la classificazione degli eventi infortunistici, l’analisi dei dati ha preso in considerazione tutte le gestioni INAIL: industria, agricoltura, conto stato e studenti.
Come sarà possibile vedere in dettaglio, le analisi evidenziano una pur leggera crescita degli infortuni delle donne, contro una decrescita di quelli occorsi agli uomini.
Questo perché l’occupazione femminile è aumentata, anche se di poco? Pare non essere una ragione sufficiente. Infatti, mettendo a raffronto i dati dell’occupazione maschile e femminile con l’andamento degli infortuni nel triennio, vediamo come il gap occupazionale U/D sia diminuito nel triennio di 1,3%, mentre la distanza relativa,tra gli infortuni occorsi a donne rispetto a quelli occorsi agli uomini, sia diminuita nel triennio del 3,8% (quindi è diminuita la distanza tra gli infortuni degli uomini e quelli delle donne). Osservando nello specifico gli infortuni che interessano le donne, si riscontra un aumento lungo il triennio di 393 casi, pari allo 0,6 per cento.
Il dato complessivo (considerato il totale degli infortuni), è rappresentato nel triennio da un rapporto di circa 2 (infortuni maschili):1 (infortunio femminile), con percentuali sul totale degli infortuni di 30,6% (di donne) 69,4% (di uomini).
Se analizziamo le percentuali di infortuni femminili su donne occupate e di infortuni maschili su uomini occupati, il tasso medio (U+D) è di 4,96% mentre il gap medio U/D, ovvero di donne che si infortunano meno degli uomini, è solo del 2,41%, con una forbice che va da 3,58% a 1,46% nelle diverse province.
Per quanto riguarda i comparti economici, si riscontra una percentuale più che proporzionale di infortuni per le femmine: nei servizi e nella sanità, nel commercio, nel tessile e alimentare per quanto riguarda l’industria; in agricoltura i rapporti sono un po’ inferiori a quelli medi sul totale infortuni (23% circa del totale infortunati in agricoltura sono donne).
Per quanto riguarda gli infortuni maschili si vede confermata la frequenza più alta in tutti i settori per (i valori assoluti), come ovvio in riferimento ai dati dell’occupazione.
La sanità e alcune tipologie di servizi vedono una maggioranza assoluta di infortuni tra le donne, mentre negli altri comparti si rileva un numero di infortuni occorsi ai maschi più che proporzionale rispetto alle percentuali U/D sugli infortuni totali.
Da sottolineare le differenze U/D rispetto al picco di infortuni avvenuti durante la giornata lavorativa. Mentre le femmine presentano un unico picco (alle 10 del mattino),per i maschi i picchi nei quali si concentrano gli eventi infortunistici sono due, di cui uno durante la mattina (h 10) ed uno nel pomeriggio (h 16). Proseguendo l’analisi relativa all’orario di lavoro, la concentrazione di infortuni rimane invariata per maschi e femmine, con un andamento omogeneo.
Per quanto attiene il giorno della settimana in cui si è verificato l’infortunio non si evidenziano particolarità, salvo sottolineare come nel fine settimana la fisiologica diminuzione dovuta al minor numero di lavoratori in servizio- è minore per le donne.
Per quanto attiene l’analisi degli eventi infortunistici per classi di età, uguale andamento è riscontrato nei due sessi: per entrambi la classe che presenta maggiori frequenze è quella 30-40 anni.
Si è, infine, analizzata la tipologia di lesione e la sede della stessa, evidenziando il nesso tra tipo di lesione, sede e percentuale più che proporzionale rispetto ai valori medi di infortuni occorsi a donne sul totale (30,6%). In particolare, per le donne, i danni si sono evidenziati in modo significativamente più rilevante, mettendo in relazione la sede e la natura della lesione:
• Infezioni: braccio, gomito, avambraccio, polso, mano, occhio orecchio, organi interni,cranio, parete toracica;
• Contusioni: collo, occhio orecchio, faccia;
• Lussazioni, distorsioni: collo, colonna vertebrale, mano
• Lesioni da sforzo: caviglia piede, cranio
• Altri tipi di lesioni: cranio
• Corpi estranei: faccia
Si segnalano solo le tipologie di infortunio con uno scarto percentuale uguale o maggiore del 10% rispetto alla media; occorre sottolineare come si arrivi a scarti ove la percentuale raggiunga oltre il 50%.
Negli uomini si riscontra invece una frequenza di lesioni maggiore in riferimento a:
• Contusioni: Mano, dita mano
• Lussazioni, distorsioni: Colonna vertebrale
• Ferite: Mano, dita mano
• Fratture: Mano, dita mano,
• seguite, con una frequenza nettamente minore (si passa infatti dalle migliaia alle centinaia) per quanto attiene le lesioni dovute a corpi estranei, sforzo, azioni di altre persone, infezioni, perdite anatomiche.

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