Controlli sanitari


La messa in opera durante i controlli sanitari di una strategia di comunicazione adeguata e basata su un approccio comunicativo secondo le modalità precedentemente illustrate, può consentire la creazione di un clima collaborativo da parte del lavoratore tale da favorire relazioni molto positive tra medico del lavoro e lavoratori, in funzione di quelle che sono poi le finalità migliorative dal punto di vista delle misure di prevenzione e protezione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Al contrario, una comunicazione non adeguata favorisce la diffidenza dei lavoratori incrinando l’immagine e la professionalità del medico stesso e può costituire pertanto in generale motivo di disinteresse verso le problematiche della sicurezza, non avendo ottenuto un positivo riscontro nei confronti delle proprie.
E’ bene sottolineare che questo atteggiamento di diffidenza e “opposizione” dei lavoratori verso le problematiche sulla sicurezza lavoro, che può scaturire dall’impressione di non essere stato tenuto nella giusta “considerazione” dal medico competente durante la visita di sorveglianza sanitaria, in realtà dovuto ad una scarsa “comunicazione”, si riflette e assume gli stessi risvolti anche in generale, cioè quando il lavoratore avverte che le sue riflessioni o aspettative sulla sicurezza aziendale sono disattese senza tenerne conto e a volte senza darne spiegazione, da chi di dovere.
Pertanto il lavoratore vive il “sistema sicurezza” non dal punto di vista “collaborativo”, bensì come “impositivo”, perdendo così di vista l’obiettivo che è quello di migliorarne le condizioni di lavoro, tutelandone la salute e la sicurezza, ma intendendo tali disposizioni come ulteriori imposizioni da parte del datore di lavoro a cui sottostare, e questo atteggiamento scaturisce sempre, come detto, da una comunicazione inefficiente ed inefficace.

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