Modello di valutazione del rischio da esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni

Ai fini della protezione da agenti cancerogeni e mutageni (Titolo IX – Sostanze Pericolose, D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.), il datore di lavoro che utilizza agenti cancerogeni/mutageni, quali definiti dall’art. 234, è tenuto, ai sensi del successivo art. 235, ad evitare o ridurre l’utilizzazione dell’agente cancerogeno o mutageno sul luogo di lavoro, mediante le seguenti misure, indicate in ordine prioritario e tutte strettamente correlate alla loro effettiva fattibilità tecnica:
• sostituzione dell’agente con altro agente che, nelle condizioni in cui viene utilizzato, non risulta nocivo o risulta meno nocivo per la salute e la sicurezza dei lavoratori; 
• impiego di un agente in un sistema chiuso purché tecnicamente possibile;
• riduzione dei livelli di esposizione dei lavoratori al più basso valore tecnicamente possibile. 
L’esposizione non deve comunque superare il valore limite dell’agente stabilito nell’Allegato XLIII.
Al riguardo si evidenzia che tali obblighi non possono prescindere dalla valutazione del rischio di cui agli art. 17 e 236, quando è necessaria la individuazione delle condizioni in cui gli agenti sono utilizzati o la valutazione dell’entità del rischio cui il lavoratore è potenzialmente esposto nell’esercizio delle proprie specifiche attività.
La metodologia di valutazione che si vuole proporre per l’individuazione del livello di esposizione dei lavoratori alle sostanze cancerogene/mutagene studiato per l’applicazione nei laboratori del Sistema Agenziale  ISPRA, ARPA e APPA, rispecchia (con alcune modifiche) le indicazioni del modello pubblicato sul Giornale degli Igienisti Industriali – vol. 33 - n. 3 – luglio 2008 “Valutazione dell’esposizione ad agenti cancerogeni/ mutageni nei laboratori di ricerca: sistema integrato tra checklist, sopralluoghi e uso di algoritmi ”.
Nel caso dei laboratori, va tenuta in debita considerazione la particolarità di tali ambienti lavorativi caratterizzati dall’utilizzo generalmente occasionale, in piccole quantità e per breve tempo, di un numero esiguo di composti e preparati cancerogeni/mutageni.
In tali luoghi, più che con riscontri derivanti da misurazioni ambientali, risulta più idoneo una metodologia teorico-pratica (algoritmo) che consenta di ottenere, in modo semplificato, una puntuale valutazione dell’esposizione.
La metodologia sviluppata è in grado di determinare il livello di rischio espositivo dovuto ad un singolo agente e/o a più agenti.

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