Relazione dose-risposta

La tossicologia (la scienza dei veleni) è, per definizione, quella scienza che studia gli effetti avversi delle sostanze sull’organismo umano e su quello animale.
Un concetto fondamentale in tossicologia è che nessuna sostanza è completamente “sicura” e che tutti gli agenti chimici possono avere un qualche effetto tossico solo se una relativamente grande quantità (dose) di una sostanza chimica viene a contatto con un organismo vivente.
Per tutte le sostanze chimiche c’è un range di concentrazione che produce un effetto che si colloca fra due estremi: nessun effetto avverso provocato, e la morte.
In tossicologia, questo concetto si traduce nella relazione tra dose e risposta; dove la dose è la quantità di sostanza e la risposta è l’effetto indotto da quella quantità di sostanza. Questa relazione è specifica per ogni sostanza chimica.
Da anni medici del lavoro e igienisti industriali di tutto il mondo sono impegnati nella ricerca rivolta a stabilire i livelli massimi ammissibili nell’atmosfera degli ambienti di lavoro (concentrazioni massime e di tollerabilità) o in campioni biologici di sangue, urine, aria espirata (concentrazioni massime biologiche) che non comportino effetti indesiderati.
Le tabelle più conosciute e più utilizzate nel campo dell’igiene industriale sono quelle elaborate dalla American Conference of Governmental Industrial Hygienists (ACGIH), proposte in base a criteri empirici, annualmente revisionate e riferite ai TLV (Threshold Limit Values, valori limite di soglia).
Tali limiti, quindi, rappresentano dei parametri al di sotto dei quali ci si attende un’assenza di effetti nocivi per la salute dei lavoratori esposti. 
A causa di ampie differenze di sensibilità individuale si ammette che una piccola percentuale possa avere, in queste condizioni, disagio o aggravamento di malattie preesistenti o anche la comparsa di malattie professionali. 
Il concetto di limite tollerabile è quindi quello di valore di riferimento che non garantisce una sicurezza assoluta, ma una sicurezza per la maggior percentuale possibile di individui.
L’esperienza ha dimostrato che molti valori di concentrazione massima erano stati stabiliti su livelli eccessivamente alti e negli aggiornamenti di questi ultimi anni si è assistito a una continua diminuzione dei valori massimi accettabili per quasi tutti i tossici industriali. 
In Italia sono applicati da molti anni i valori di concentrazioni massimi tollerabili indicati dagli igienisti americani. 
Va ricordato che i limiti riportati sono da intendersi riferiti agli ambienti di lavoro e quindi applicabili per soggetti adulti, sani, esposti a questi valori per 8 ore al giorno e per 5 giorni alla settimana. Pertanto in nessun modo essi possono essere utilizzati per altri ambienti (ad esempio, ambiente domestico o inquinamento atmosferico in generale).
I limiti di riferimento sono il risultato di due momenti uno scientifico (che trae origine dai limiti indicativi delineati dai diversi studi scientifici), e l’altro economico-politico (che vaglia i dati scientifici in ragione dei fattori socio-economici). 
La valutazione scientifica si basa sull’acquisizione di dati derivanti da studi sperimentali (in vitro, in vivo animali o talora sull’uomo) ed epidemiologici. 
L’insieme di tali dati fornisce indicazioni sulla sostanza, circa:
• proprietà chimico-fisiche;
• tossicoicinetica;
• tossicità acuta - subacuta - cronica;
• mutagenicità;
• cancerogenicità;
• embriotossicità e teratogenicità.
Successivamente tali dati vengono elaborati valutando i limiti stessi del procedimento scientifico (basti pensare alle differenze esistenti nell’impiego dell’animale invece che dell’uomo), e considerando, quindi un fattore di sicurezza.
In sintesi i limiti tabellari non costituiscono un confine netto tra concentrazioni pericolose e concentrazioni sicure, ma debbono essere utilizzati come orientamento o raccomandazione per la prevenzione.

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