Validazione del metodo

Per ricercare elementi di validazione all’applicazione dell’algoritmo per la valutazione del rischio chimico e poter ottenere, sia pure approssimativamente, indicazioni sulla reale esposizione, possono essere elaborate delle ipotesi di calcolo prendendo in considerazione alcune delle sostanze liquide utilizzate in laboratorio che presentano caratteristiche chimico-fisiche utili all’elaborazione di un modello di diffusione nella specifica struttura analizzata.
Si può ipotizzare di utilizzare ciascuna di queste sostanze direttamente sul banco di lavoro (senza la cappa) con una superficie libera di 10 cm di diametro (un beker), a 20 °C.
Posto che nel laboratorio in esame è presente un sistema di ricambio d’aria pari a 6 V/h, si è considerato un tempo pari a 10 minuti corrispondente ad un totale ricambio; in questo periodo si è ipotizzato che il volume di un litro di sostanza presa in esame, al di sopra del pelo libero del liquido, raggiunga la saturazione corrispondente alla sua tensione di vapore e diffonda nell’ambiente circostante. 
Questo ambiente, per tener conto del maggior gradiente di concentrazione nell’intorno della superficie di emissione, si è considerato limitato a 10 m3. 
Le ipotesi così formulate consentono di prevedere la concentrazione della sostanza in esame all’interno di quel volume di 10 m3 (questi calcoli non tengono volutamente conto, pero, della presenza dei sistemi di protezione che, nella realtà operativa, devono essere – e sono – rigorosamente utilizzati). Dalla procedura citata dovrebbe emergere che la concentrazione delle sostanze esaminate, nel volume d’aria considerate, è nettamente inferiore al rispettivo TLV con un determinato fattore di sicurezza (rapporto tra TLV e concentrazione stimata), non tenendo conto, come detto, dei mezzi e sistemi di sicurezza e d’igiene obbligatori. Considerando il minimo fattore di sicurezza ottenuto, il confronto nella medesima sostanza tra il valore Li dato dall’algoritmo e quello ricavato con il modello di diffusione dovrebbe permettere di estrapolare le conclusioni positive a tutte le sostanze chimiche prese in considerazione.
Pertanto, si dovrebbe concludere – ad esclusione degli agenti cancerogeni o mutageni – che, pur in assenza della definizione di “rischio irrilevante per la salute”, in considerazione degli studi e delle proposte in merito presentate anche dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali37 nonché dalle Associazioni interessate alla materia (che si basano, per la definizione di rischio irrilevante per la salute, su valori compresi tra 1/3 e 1/4 del TLV), la situazione di rischio nella struttura esaminata dovrebbe rientrare nei limiti definibili come rischio irrilevante per la salute.
Ulteriori elementi di validazione possono essere ricavati effettuando misure ambientali e biologiche condotte sulle basi di quanto riportato nel Capitolo §.9 e dall’applicazione del software di calcolo ECETOC TRA Worker Tool, Ver. 2 (luglio 2009)38 che fornisce stime di esposizione a singole sostanze in termini di quantità/giorno.
Il modello TRA (Targeted Risk Assessment) è stato sviluppato da ECETOC (European Centre for Ecotoxicologyand Toxicology of Chemical), è principalmente rivolto alla valutazione di sostanze poco pericolose o con basso potenziale di esposizione; è classificato come modello Tier1.
L’uso del modello è rivolto principalmente per valutare l’esposizione dei Lavoratori sia per la via di esposizione inalatoria sia per quella dermica anche se il modello tende a sottostimare questa ultima.
L’uso principale del modello è quindi la valutazione dell’esposizione per lavoratori per via inalatoria. 
Per questo scopo il TRA utilizza il modulo EASE del Modello EUSES39 come punto di partenza migliorandolo e raffinandolo nei vari parametri che lo caratterizzano.

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