Per le aziende o unita' produttive di
gruppo A i contenuti e i tempi minimi del corso di formazione sono
riportati nell'allegato 3, che fa parte del presente decreto e devono
prevedere anche la trattazione dei rischi specifici dell'attivita'
svolta.
Per le aziende o unita' produttive di gruppo B e di gruppo C i contenuti ed i tempi minimi del corso di formazione sono riportati nell'allegato 4, che fa parte del presente decreto.
Per le aziende o unita' produttive di gruppo B e di gruppo C i contenuti ed i tempi minimi del corso di formazione sono riportati nell'allegato 4, che fa parte del presente decreto.
Il Decreto legislativo 81/2008 considera le misure di emergenza da
attuare in caso di Primo Soccorso, uno degli elementi portanti della
gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, tanto da
inserirle nell’ambito delle misure generali di tutela (art. 15, D.Lgs.
81/2008). Tuttavia un efficace e valido sistema di Primo Soccorso nelle
aziende non solo può influire positivamente sulle conseguenze dei
possibili infortuni professionali, ma contribuisce a creare ambienti
lavorativi sani e sicuri.
Ricordando che per Primo Soccorso si intende “quell’insieme di interventi, azioni e manovre eseguite da qualunque cittadino che si trovi ad affrontare un’emergenza sanitaria, in attesa dell’intervento di personale specializzato”, il documento rivela che ciò che conta per i soccorsi, per la loro efficacia, “è soprattutto la tempestività”.
Se nell’ emergenza sanitaria le capacità tecniche dei soccorritori “influenzano direttamente le probabilità di successo dell’intervento e favoriscono la successiva stabilizzazione ospedaliera del paziente, purtroppo, l’attivazione di queste risorse ha tempi di risposta spesso troppo lunghi per la sopravvivenza dei soggetti”. In questi casi la “presenza sulla scena dell’evento di un primo soccorritore ‘laico’, cioè non sanitario, opportunamente formato ha due effetti positivi: uno diretto perché determina un allertamento precoce del sistema d’emergenza, contribuendo alla tempestività del successivo intervento sanitario, ed uno indiretto, poiché evita nei casi di non urgenza un uso improprio del personale e dei mezzi di soccorso sanitario, favorendo l’appropriatezza delle attività d’emergenza sanitaria”.
Ricordando che per Primo Soccorso si intende “quell’insieme di interventi, azioni e manovre eseguite da qualunque cittadino che si trovi ad affrontare un’emergenza sanitaria, in attesa dell’intervento di personale specializzato”, il documento rivela che ciò che conta per i soccorsi, per la loro efficacia, “è soprattutto la tempestività”.
Se nell’ emergenza sanitaria le capacità tecniche dei soccorritori “influenzano direttamente le probabilità di successo dell’intervento e favoriscono la successiva stabilizzazione ospedaliera del paziente, purtroppo, l’attivazione di queste risorse ha tempi di risposta spesso troppo lunghi per la sopravvivenza dei soggetti”. In questi casi la “presenza sulla scena dell’evento di un primo soccorritore ‘laico’, cioè non sanitario, opportunamente formato ha due effetti positivi: uno diretto perché determina un allertamento precoce del sistema d’emergenza, contribuendo alla tempestività del successivo intervento sanitario, ed uno indiretto, poiché evita nei casi di non urgenza un uso improprio del personale e dei mezzi di soccorso sanitario, favorendo l’appropriatezza delle attività d’emergenza sanitaria”.
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